Squilibri pesano sul debito, stop Patto fino al 2023

il commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni.
Il commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni. (ANSA/GIUSEPPE LAMI)

BRUXELLES. – Se la pandemia ha sospeso le consuete pagelle europee di fine anno sui conti pubblici, non ha interrotto i giudizi complessivi sulle economie. Che restano, però, sostanzialmente immutati rispetto agli anni scorsi: per l’Italia gli “squilibri macroeconomici eccessivi” continuano ad essere l’alto debito, la bassa produttività e i crediti deteriorati che potrebbero anche aumentare con il ritiro delle misure di sostegno.

Un quadro che spinge la Commissione Ue a chiedere “prudenza” all’Italia e agli altri Paesi con debiti elevati, soprattutto sulla nuova spesa pubblica. La cautela sulla spesa corrente non viene richiesta dalle regole di bilancio, visto che il Patto di Stabilità resta sospeso fino al 2023, bensì consentirà al Recovery di innescare quel circolo virtuoso di una crescita più alta che abbatte da sola il debito.

Nella sua analisi Bruxelles ricorda che la “protratta dinamica di bassa produttività”, combinata con la bassa occupazione, “danneggia la crescita potenziale che limita lo spazio per la riduzione del debito”. Inoltre, nonostante i progressi nel rafforzamento del settore bancario, gli Npl “restano relativamente alti e rischiano di aumentare una volta che le misure temporanee di sostegno saranno ritirate”. Per mquesto l’Italia resta tra i Paesi con squilibri eccessivi, ai quali viene però risparmiata la procedura sanzionatoria visto che la pandemia ha sospeso tutte le regole di bilancio.

Il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni, però, sottolinea che “la sospensione delle regole non significa che non ci debba essere attenzione a evitare l’accumulo di maggiore spesa corrente”, soprattutto a quella “che può costituire un peso permanente”. I Paesi con alto debito come l’Italia, quindi “dovrebbero limitare la crescita della spesa, perché una cosa è se la spesa pubblica è usata per le spese correnti, un’altra se è usata per investire in ricerca, istruzione e infrastrutture pubbliche”.

La Commissione quindi raccomanda al governo italiano per il 2022 di “utilizzare il Recovery Fund per finanziare investimenti aggiuntivi a sostegno della ripresa, mentre conduce politiche di bilancio prudenti”.

Nessuno vuole mettere pressione sui governi, e Bruxelles ribadisce che bisogna evitare “il ritiro prematuro del sostegno all’economia”, necessario almeno fino al 2022. Poi bisognerà procedere con politiche “differenziate” e guardare oltre, possibilmente alle modifiche del Patto di Stabilità. La sua revisione però “non sarà facile”, ribadisce Gentiloni, ricordando le differenze tra Paesi (Nord e Sud, falchi e colombe) che finora hanno affossato ogni tentativo di modifica.

La Commissione intanto scommette tutto sulla potenza dei piani di ripresa e resilienza: “L’attuazione di investimenti e riforme del Recovery aiuterà la ripresa, rafforzerà la crescita potenziale e l’occupazione, ridurrà gli squilibri e migliorerà le finanze pubbliche”. Il vicepresidente Valdis Dombrovskis parla di “un impulso economico pari all’1,2% del Pil” e la creazione di “800 mila posti di lavoro entro la fine del prossimo anno”.

Se questa prospettiva si trasformerà in realtà, il cantiere di riforma delle regole di bilancio, che verrà aperto entro la fine dell’anno, potrebbe avere qualche chance, perché i Paesi in via di ricostruzione potrebbero cominciare a guardarsi con meno diffidenza.

(di Chiara De Felice/ ANSA).

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