Sorpresa Pil, l’Italia è già tornata a crescere

ROMA.  – L’economia italiana ha invertito rotta e lo ha fatto prima del previsto, già all’inizio del 2021. Nonostante le restrizioni, le chiusure e le attività a singhiozzo, nel primo trimestre dell’anno il Pil è aumentato.

La crescita è stata moderata, di appena lo 0,1%, ma – del tutto inaspettatamente – le statistiche hanno registrato quel segno più davanti allo zero che permette di guardare a tutto il 2021 con sempre maggiore ottimismo. Il mercato del lavoro non è andato di pari passo ma quasi. Aprile ha infatti confermato la crescita dell’occupazione già registrata nei due mesi precedenti, portando a un incremento di oltre 120 mila occupati rispetto a gennaio 2021.

I livelli pre-Covid sono ancora lontani: nonostante le misure ‘contenitive’ del governo, all’appello mancano ancora 800.000 occupati, ma qualche segnale di ripresa c’è e si vede anche nel tasso di disoccupazione, che sale al 10,7% perché a salire è il numero di coloro che cercano attivamente un lavoro.

La crescita del Pil tra gennaio e marzo è stata veramente ad effetto sorpresa e ha superato quella della Germania e dell’intera Eurozona. Poco più di un mese fa, il 30 aprile, l’Istat aveva infatti stimato un calo trimestrale dello 0,4% e uno tendenziale, rispetto agli stessi mesi dello scorso anno, dell’1,4%. Già allora i dati erano stati letti positivamente, non solo perché nettamente migliori di quelli di fine 2020, ma anche perché superiori alle attese dello stesso governo.

La revisione migliorativa dell’Istat (anche a livello tendenziale si è passati a -0,8%) può ora far calcolare all’Istituto di statistica una crescita acquisita, che si otterrebbe se nei prossimi trimestri la variazione del Pil fosse nulla, di ben il 2,6%. Ma istituzioni, economisti, governo e opinione pubblica sanno già che con le progressive riaperture in corso l’economia comincerà ad accelerare.

Il +4,5% stimato nel Def sembra dunque a portata di mano e potrebbe anche essere superato, come indicato qualche giorno fa dal ministro dell’Economia, Daniele Franco. Anche il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha parlato di una crescita probabilmente superiore al 4%. Molto dipenderà ancora dall’andamento della campagna vaccinale e dall’avvio rapido dei progetti del Recovery plan, a cui Draghi e i suoi ministri stanno lavorando ininterrottamente per ottenere la prima tranche di risorse da Bruxelles già a luglio.

La ripresa è comunque già in corso, in Italia come in Europa. La dimostrazione sta anche negli altri dati macroeconomici diffusi in giornata: a maggio l’indice pmi manifatturiero Ihs Markit dell’Eurozona è salito oltre le attese, ma soprattutto l’inflazione ha toccato la soglia del 2%, in netta accelerazione rispetto all’1,6% di aprile. L’andamento dei prezzi è in realtà una medaglia a due facce.

Da una parte segna la ripartenza dei consumi, che pesano sempre favorevolmente sull’economia, ed è essa stessa un elemento positivo per il calcolo complessivo del Pil finale dell’anno. Dall’altra però, un rialzo eccessivo che si dimostrasse anche duraturo nel tempo potrebbe teóricamente indurre la Bce a ridurre le politiche espansive portate avanti finora per contrastare l’emergenza. A danno di gran parte delle economie dell’Eurozona, Italia in testa.

A migliorare infine anche il fabbisogno di maggio, ridimensionato a 15,1 miliardi, in miglioramento di circa 10,5 miliardi rispetto a maggio 2020. Nei primi cinque mesi dell’anno il dato si è attestato a circa 68,9 miliardi, 5,6 in meno dello stesso periodo del 2020.

(di Mila Onder/ANSA).