Herzog-Peretz, sfida per la presidenza d’Israele

Il capo dell'Agenzia ebraica ed ex leader del partito laburista, Isaac Herzog,durante una conferenza stampa
Il capo dell'Agenzia ebraica ed ex leader del partito laburista, Isaac Herzog,durante una conferenza stampa. EPA/ABIR SULTAN

TEL AVIV.  – Nulla di più diverso l’uno dall’altra. I due candidati tra cui domani la Knesset è chiamata a scegliere il sostituto di Reuven Rivlin alla presidenza di Israele sono distanti anni luce, eppure entrambi profundamente radicati nella storia del Paese.

Se Isaac Herzog (61 anni) proviene dall’aristocrazia sionista ashkenazita che ha forgiato lo Stato ebraico, Miriam Peretz (67 anni) viene invece dal popolo, in particolare dagli immigrati sefarditi a lungo tenuti alla larga dal potere.

L’uno è nato nel 1960 nella laica Tel Aviv, figlio di Chaim Herzog, generale e sesto presidente di Israele, e nipote di Yitzhak HaLevi Herzog, rabbino capo d’Irlanda dal 1929 al 1935 e poi, dal 1936 fino al 1959, rabbino capo ashkenazita di Israele.

“Bougie” – come gli amici chiamano Isaac – è l’ultimo esponente di una famiglia da sempre laburista, tanto da essere definita i “Kennedy di Israele”. Miriam Ohayon Peretz è nata invece nel 1954 a Casablanca, in Marocco, e dopo essere immigrata nel 1963 nel Paese è cresciuta nelle periferie del cosiddetto “secondo Israele”.

Dotata di un carattere di ferro e grande determinazione, è riuscita a studiare all’Università di Beer e poi ha fatto l’insegnante e preside di una scuola per 22 anni. Peretz è conosciuta in Israele come “La madre dei ragazzi”: al Paese ha dato due figli. Il primo, Uriel, morto nel 1998 in Libano e il secondo, Eliraz, ucciso a Gaza nel 2010.

Herzog e Peretz sono in parte due facce della stessa medaglia. Il primo ha percorso tutto il cursus honorum fino a diventare leader del partito laburista: nelle elezioni del 2015 ha sfidato – insieme a Tzipi Livni – il premier Benyamin Netanyahu in un esito che appariva, secondo i sondaggi, già acquisito. Israele invece andò a dormire con un pareggio che già la diceva lunga e si svegliò con una storica vittoria di Netanyahu.

A Herzog non restò che guidare l’opposizione, perdendo in seguito anche la guida del partito. L’attuale incarico è quello di presidente della prestigiosa Agenzia Ebraica: un’istituzione gloriosa in passato incubatrice del futuro Stato di Israele.

Anche le vicende della famiglia Peretz sono legate alle vicissitudini dello Stato: nel 1982, in seguito alla pace con l’Egitto, i Peretz dovettero lasciare la loro casa nella città-colonia di Ophira (nel Sinai, presso Sharm el-Sheikh) e si trasferirono in Cisgiordania, nell’insediamento di Givon (a nord di Gerusalemme).  Dalla morte del suo secondo figlio (ne ha sei), il nome di Miriam ha cominciato ad essere noto al pubblico.

Da allora si è attivamente impegnata in incontri con giovani, con soldati di leva e anche con settori sempre più vasti della società. Ora entrambi concorrono all’elezione dell’undicesimo presidente di Israele: se prevarrà Peretz nel voto di domani mattina alla Knesset, sarà la prima volta per una donna.

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