Draghi: “Quest’Italia è viva, forte, e ha tanta voglia di ripartire”

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, interviene al termine della sua visita in Emilia Romagna
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, interviene al termine della sua visita in Emilia Romagna. (Ufficio Stampa e Comunicazione Palazzo Chigi)

FIORANO MODENESE. – Un Paese sull’orlo della ripartenza e che intravede la ripresa dopo i mesi bui segnati dalla pandemia, costati più di tutti a giovani e donne. Pronto a “sprigionare” le sue energie e la sua “voglia” di rinascita a patto di rimanere unito sfruttando appieno tutte le proprie potenzialità ancora intatte malgrado i tempi difficili imposti dalla lotta al virus.

E’ un’Italia improntata all’ottimismo – pur con tutta la sobrietà del caso – quella che il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, dipinge dall’Emilia-Romagna, terra dal forte tessuto imprenditoriale e vocazione industriale, in una trasferta vissuta tra la ‘visionarietà’ del Tecnopolo di Bologna, cuore della futura ‘Data Valley’, e il comprensorio della ceramica modenese, settore da 4,4 miliardi di euro di esportazioni ,nell’anno 2020 marchiato dal virus.

“E’ la prima volta che esco da Roma da quando la pandemia ha cominciato ad attenuarsi – ha scandito il premier dopo avere visitato la Atlas Concorde, industria della ceramica di Fiorano Modenese – e quello che si percepisce è un sollievo, un entusiasmo, una voglia non solo di ricominciare ma di sprigionare le forze produttive e imprenditoriali, una propria visione”.

Così da mettere dietro le spalle le tribolazioni e incrociare il rilancio facendo leva su capacità imprenditoriali indiscusse e su un rinnovato desiderio di provare a spiccare il volo. “Quest’Italia – ha argomentato ancora Draghi – è viva, forte, e ha tanta voglia di ripartire. I mesi della pandemia sono stati un disastro sanitario, economico, ma anche culturale, sociale, educativo. Le diseguaglianze sono aumentate. Ma, grazie ai sacrifici degli italiani e alla forte accelerazione della campagna vaccinale, abbiamo davanti una fase nuova. Una fase di ripresa e fiducia, su cui costruire un Paese più giusto e più moderno. E liberare le energie che sono rimaste ferme in questi anni”, già prima del manifestarsi del Covid.

Che ha picchiato più duramente sui ragazzi e sulla componente femminile. “Quelli che hanno perso di più il lavoro – ha detto il premier – sono stati i giovani e soprattutto le donne. Non è stata una crisi che ha distribuito i suoi effetti in maniera uniforme”. Una crisi che il Paese può superare a patto di rimanere unito, dal centro alla periferia, allontanando divisioni.

“Gli investimenti e le riforme del nostro Piano – ha ricordato Draghi riferendosi al Pnrr disegnato per gestire al meglio i fondi in arrivo dall’Europa – non impegnano solo il Governo nazionale. Coinvolgono tutti i livelli di governo territoriale e ogni energia produttiva del Paese. Serve un’Italia unita nel desiderio di tornare a crescere e credere nel suo futuro”.

Puntando sull’energia della dorsale imprenditoriale da liberare con l’aiuto di un Esecutivo il cui compito, ha garantito il Presidente del Consiglio, è quello di “creare un ambiente dove le infrastrutture siano migliori, la formazione fatta bene, dove ci si senta parte della società, per investire e guardare al futuro: l’obiettivo del Governo deve essere quello di assicurare le condizioni generali in cui possono crescere la produzione, l’occupazione e la prosperità”.

Anche grazie a un Recovery Plan che, a giudizio di Draghi, “semplifica il lavoro dell’imprenditore e la vita del cittadino, senza indebolire i presidi di tutela dell’ambiente, del lavoro, della legalità”.

Nella sua visita in terra emiliana, in cui ha incassato il plauso del presidente della Regione, Stefano Bonaccini (l’Emilia-Romagna “sarà sempre al suo fianco”, ha garantito) Draghi, prima di visitare il distretto ceramico di Modena si è intrattenuto al Tecnopolo di Bologna che ospita il Data center del Centro meteo europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine e il nuovo super-computer del consorzio Cineca.

Fuori dalla struttura un gruppo di una ventina di giovani e studenti dei gruppi Osa e Cambiare Rotta ha organizzato un presidio di contestazione.

(dell’inviato Gianluca Angelini/ANSA)

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