Pass Covid Ue: nessun test 14 giorni dopo l’ultima dose

Partenze Covid-free dall'aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino.
Partenze Covid-free dall'aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino. ANSA/ TELENEWS

BRUXELLES. – Con la piattaforma per il pass digitale Covid Ue ai blocchi di partenza – a cui l’Italia sarà collegata da subito anche se non sarà tra le prime ad emettere i certificati, a differenza ad esempio della Grecia – le vacanze estive sembrano sempre di più alla portata degli europei.

Il lancio ufficiale del documento digitale vero e proprio, valido in tutta l’Unione e incardinato sulla base di regole comuni, è atteso al termine dell’iter legislativo, dal primo luglio.

E la Commissione ha aggiunto nuovi tasselli per dare maggiore concretezza al progetto, proponendo una base armonizzata secondo cui le persone completamente vaccinate, in possesso del certificato digitale, dovrebbero essere esentate dai test di viaggio o dalla quarantena 14 giorni dopo aver ricevuto l’ultima dose.

Un criterio che tutti i Paesi dell’Ue dovrebbero accettare, anche se c’è chi va oltre, come ad esempio l’Austria, che non prevede restrizioni tre settimane già dopo la prima dose.

Anche le persone guarite dal virus, e che magari hanno ricevuto un solo shot, non dovranno sottoporsi ai test o quarantena se in possesso del pass. In questo caso la validità è per 180 giorni, con decorrenza dal loro primo test negativo.

Per evitare complicazioni e mal di testa alle famiglie si propone poi che i minori siano esentati dalla quarantena quando i genitori non vi si debbano sottoporre, ad esempio perché immunizzati. E anche i bambini sotto i 6 anni non dovrebbero essere sottoposti a test.

Ma è stata avanzata anche la proposta di introdurre una sorta di freno d’emergenza interno all’Ue (sul modello di quello per i Paesi terzi) per fare fronte all’incalzare di nuove varianti, o se è stata segnalata un’elevata prevalenza di varianti preoccupanti del virus.

Come chiarimento e per la semplificazione dei requisiti la Commissione si è basata sui colori delle aree di provenienza, msecondo la mappa che viene aggiornata periodicamente dall’Ecdc (l’ultima è del 27 maggio).

Per gli immunizzati da 14 giorni in possesso del certificato Covid, siano essi provenienti dalle regioni verdi (attualmente non ce ne sono nell’Ue) o rosso scuro (situazione che ricorre nella sola Svezia del nord), non ricorrono mai i test o la quarantena, anche se nell’ultimo caso i viaggi turistici sono sempre fortemente sconsigliati ed è possibile che scatti il freno d’emergenza.

Quanti sono guariti dal Covid ed hanno il pass possono viaggiare dalle zone rosse (in Italia sono Toscana, Basilicata e Campania) fino ad un massimo di 180 giorni dal loro primo test negativo. Per gli arrivi dalle aree verdi tutti – quindi anche chi non è stato vaccinato o non si è sottoposto a test e non ha il certificato Covid – non avranno restrizioni.

A chi non è vaccinato e non è in possesso del certificato Covid ed è in arrivo da aree arancioni (quasi tutta l’Italia), gli Stati membri potrebbero richiedere un test prima della partenza; per quanti provengono dalle zone rosse, test e quarantena.

Quanto alla validità degli esami Covid, Bruxelles propone un periodo standard: 72 ore per il Pcr e 48 per gli antigenici rapidi. Ora la palla passa al Consiglio Ue per l’approvazione.

Intanto si continua a lavorare anche sui viaggi turistici dai Paesi terzi, e la possibilità di armonizzare i documenti col gateway europeo. Con gli Usa, secondo quanto spiegato dal commissario alla Giustizia Didier Reynders, se ne potrebbe parlare al prossimo vertice con il presidente Joe Biden.

(di Patrizia Antonini/ANSA).