Covid: foto virale bimbo-infermiera. La madre: “Finito un incubo”

La foto del bimbo con l'infermiera incorniciata nell'ospedale di Ancona.
La foto del bimbo con l'infermiera incorniciata nell'ospedale di Ancona. (ANSA)

ANCONA. – Il contagio all’età di 7 mesi, il ricovero in Rianimazione per complicazioni all’intestino, ‘isolato’ dai genitori per la quarantena; poi ‘coccole’ e cure dai sanitari e guarigione dopo un intervento chirurgico. La storia del bimbo ricoverato a marzo all’ospedale materno infantile ‘Salesi’ di Ancona, era stata immortalata in una foto divenuta virale sul web: lo scatto ritraeva il piccino sul letto in Rianimazione Pediatrica, con accanto l’infermiera Katia Sandroni, bardata in tuta anti-contagio, che lo accarezzava tenendogli il ciuccio.

Un simbolo dell’impegno e dell’umanità degli operatori sanitari che da oltre un anno sono impegnati nella lotta contro la pandemia. Oggi i genitori del bimbo, Roberta ed Enrico, insieme al figlio, hanno partecipato con gratitudine a una cerimonia agli Ospedali Riuniti: per ricordare questa vicenda una targa è stata apposta all’ingresso del vecchio ingresso.

Per la prima volta hanno incontrato di persona l’infermiera Katia: abbracci e lacrime di gioia per una “storia a lieto fine”. “Il Covid 19 non ferma la tenerezza delle cure”, recita ora una scritta sulla targa che riproduce la foto dell’infermiera che gioca con il bimbo in un momento di dolcezza. Era il periodo di picco dell’ennesima ondata pandemica.

Oggi il ‘Salesi’ è invece Covid-free, ha annunciato il direttore generale degli Ospedali Riuniti Michele Caporossi: grazie anche all’assistenza fornita in reparti come la Clinica di Ostetricia e Ginecologia, guidata da Andrea Ciavattini, e la Rianimazione Pediatrica diretta da Alessandro Simonini.

“Il grande incubo è finito.- ha detto commossa Roberta mamma del piccolo – Appena l’ho vista mi è venuto di abbracciare l’infermiera per quello che ha fatto”. “Ho visto la foto, ho rivisto anche Matteo e ho conosciuto i suoi genitori, una grande emozione – ha fatto eco Katia -. Le ‘coccole’? E’ il nostro lavoro lo facciamo tutti i giorni. Non c’era differenza, un bambino come gli altri, mi sono sentita di coccolarlo un po’”.

“Difficile raccontare certi momenti, difficile sarà raccontare a lui quello che è accaduto quando sarà grande”, ha ammesso il padre Enrico. “Noi non potevamo muoverci di casa, – ha aggiunto la madre del piccino – vivevamo attaccati al telefono aspettavamo ogni giorno le foto, le notizie, non potevamo neanche accarezzarlo. Fa bene al cuore vedere che ci sono persone così”. Questa vicenda è un “simbolo di rinascita. Una storia positiva, a lieto fine, dopo tutto questo momento buio, ce n’è bisogno”.

(di Daniele Carotti/ANSA)

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