Corsa Recovery: ora assunzioni, poi corruzione, fisco e concorrenza

Piazza Colonna e Palazzo Chigi, sede del Governo della Repubblica Italiana e residenza del presidente del Consiglio dei ministri.
Piazza Colonna e Palazzo Chigi, sede del Governo della Repubblica Italiana e residenza del presidente del Consiglio dei ministri.

ROMA. – La governance e le semplificazioni inserite nel decreto Recovery sono state solo il primo passo. Il cronoprogramma del governo per la realizzazione delle basi del Pnrr prevede una corsa senza sosta da qui alla pausa estiva, ancora con decreti ma anche con disegni di legge e leggi delega.

Il primo ad arrivare, entro la prossima settimana, sarà il decreto per il reclutamento nella Pa messo a punto da Renato Brunetta, ma poi toccherà alla razionalizzazione delle norme sulla lotta alla corruzione, alla revisione del Codice degli appalti, alla legge annuale sulla concorrenza e all’attesa riforma del fisco. Non ultimo dovrebbe inoltre cominciare a chiudersi il cerchio anche sulla giustizia, che vede impegnati insieme governo e Parlamento. Al ministero del Lavoro, dopo il confronto con imprese e sindacati, dovrebbero invece prendere forma, prima della pausa estiva, i nuovi ammortizzatori sociali.

Per ora le novità in arrivo riguardano anzitutto la pubblica amministrazione. Brunetta parla di “decine di migliaia di ingegneri, di informatici, di responsabili gestionali” necessari per attuare i progetti del Pnrr e per questo legati, anche temporalmente, solo al Recovery con contratti di 5 anni. Gli esperti e i professionisti saranno reclutati con procedure veloci, senza concorso, attingendo ad una piattaforma ad hoc, una sorta di Linkedin all’italiana, in cui scegliere in base al curriculum.

Allo stesso tempo, però, andrà rafforzata anche la pubblica amministrazione di ruolo, i ministeri, le Province, le Regioni coinvolti nel Piano e finora rimasti congelati dal blocco del turnover. A giugno sarà la volta di rivedere ed eventualmente abrogare le norme che “alimentano la corruzione”. Ci sarà una legge delega, con i relativi decreti delegati da attuare entro 9 mesi, e nel Pnrr il governo la spiega così: “La corruzione può trovare alimento nell’eccesso e nella complicazione delle leggi. Vi sono, in particolare – si legge – alcune norme di legge che possono favorire più di altre la corruzione”.

Ad esempio, quelle sui controlli pubblici di attività private, le ispezioni, “che da antidoti alla corruzione sono divenute spesso occasione di corruzione. È necessario eliminare le duplicazioni e le interferenze tra le diverse tipologie di ispezioni”. Al tempo stesso, occorre evitare che alcune norme nate per contrastare la corruzione “impongano alle amministrazioni pubbliche e a soggetti privati di rilevanza pubblica oneri e adempimenti troppo pesanti”.

Sempre a giugno una commissione interministeriale dovrà predisporre la razionalizzazione degli incentivi alle imprese del Sud, ma sarà probabilmente luglio il mese politicamente più caldo. Il governo si è impegnato a presentare la legge annuale sulla concorrenza, di solito terreno di scontro tra i partiti e tra le categorie interessate, e per questo finora molto spesso rimandata dai precedenti esecutivi.

Il focus saranno le reti di telecomunicazione nelle aree prive di copertura, le concessioni per la gestione dei porti, la rete di energia elettrica, le concessioni idroelettriche (le dighe particolarmente care alla Lega e alle Regioni del Nord) e i servizi pubblici locali. Entro il 31 del mese dovrà arrivare anche la delega fiscale, un intervento complessivo in cui far confluire anche la revisione dell’Irpef, con il duplice obiettivo di semplificare la struttura del prelievo e ridurne gradualmente il peso, mantenendo saldo, come ribadito anche da Mario Draghi, il principio di progressività.

(di Mila Onder/ANSA)

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