Ance giovani: la burocrazia inghiotte 57 miliardi l’anno

Faldoni di documenti accatastati su un tavolo di un ufficio della Pubblica Amministrazione.
Faldoni di documenti accatastati su un tavolo di un ufficio della Pubblica Amministrazione. (ANSA)

ROMA. – Le pastoie burocratiche, che imbrigliano (spesso, anche per lunghi periodi) l’attività delle imprese italiane, presentano un conto ‘salato’: ogni anno, infatti, costano “57 miliardi di euro”, l’equivalente di circa 3 punti del Prodotto interno lordo (Pil).

E, invece, occorrerebbe che la Pubblica amministrazione diventasse per le aziende della nostra Penisola “un prezioso alleato”, in grado di agevolarne ed accrescerne il lavoro, e non “un ostacolo”, ecco perché la sua riforma, insieme a quella della Giustizia, rappresentano “i punti cruciali per far atterrare le risorse del Recovery Plan, e trasformarle in sviluppo sostenibile del nostro Paese”.

È con queste parole che la presidente dei giovani imprenditori edili aderenti all’Ance, Regina De Albertis, ha presentato l’assemblea 2021 dell’organizzazione intitolata, appunto, “L’Italia che riparte”; con le prime riaperture, infatti, il mondo económico prova a rimettersi in sesto, dopo i danni e le limitazioni generate dallo scoppio della pandemia, l’Associazione vede nella somministrazione dei vaccini e nelle risorse per gli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) le premesse per “una fase di ripresa”, che dovrà essere “intensa e veloce”.

Il comparto dell’edilizia “è, da sempre, il motore della crescita”, tra tutti i settori “è quello che spinge maggiormente l’economia di un Paese, perché genera domanda interna sull’80%” degli altri segmenti, ha sottolineato la numero uno di Ance giovani, e sono “numerosi” gli studi che ne attestano il valore moltiplicatore: “Ogni euro speso in infrastrutture si trasforma in 3,5 euro di Pil nel medio periodo”, ha scandito, ricordando che, “nell’ultimo decennio espansivo dell’economia italiana, quello tra il 1998 e il 2008, gli investimenti in costruzioni sono aumentati del 28,4% e il Pil, a sua volta, è cresciuto del 16,1%”.

La “nota dolente”, però, risiede nei rapporti con la Pubblica amministrazione, però, se “la lentezza e la complessità della burocrazia non sono una novità, ma restano nodi da sciogliere con urgenza”, adesso non è più possibile temporeggiare, se non vogliamo, ha ammonito De Albertis, “vanificare l’opportunità senza precedenti del Recovery fund”; lo scenario attuale vede “il 70% delle cause di blocco di un cantiere concentrato sulle procedure a monte della gara”, un ostacolo che “rende evidente la necessità di semplificare la burocrazia, intervenendo laddove emergono i punti di debolezza del sistema, senza derogare ai principi di libera concorrenza”, ha proseguito.

La Pa, perciò, va riformata, così come andrebbe rivisto il Codice degli appalti, bollato come “strumento sclerotico” che, “ad oggi, rallenta gli investimenti”.

Gli occhi dei giovani costruttori, perciò, sono puntati sull’attuazione del Pnrr, che finalmente segna “una svolta”, giacché su “222 miliardi di investimenti previsti dal piano, 107,7 miliardi (quasi la metà) sono di interesse per il settore” dell’edilizia. “Sono sicura – ha concluso la presidente – che, se ognuno farà la sua parte, saremo all’altezza delle sfide che il Paese ci chiede di affrontare”.

(di Simona D’Alessio/ANSA).

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