Dazi: prove dialogo, colloquio Cina-Usa su commercio

Il vicepremier cinese Liu He durante un foro commerciale internazionale a Pechino. EPA/JASON LEE / POOL
Il vicepremier cinese Liu He durante un foro commerciale internazionale a Pechino. EPA/JASON LEE / POOL

PECHINO. – Cina e Usa sono tornati a parlarsi tentando la ripresa del dialogo sul corposo dossier commerciale, dopo mesi di stallo. I rispettivi capi delegazione hanno avuto un colloquio telefonico, il primo dell’amministrazione del presidente Joe Biden.

Il ministero del Commercio di Pechino ha riferito che il vice premier Liu He e la controparte Katherine Tai, la rappresentante per il Commercio Usa, hanno avuto una conversazione “schietta, pragmatica e costruttiva”.

Nessun dettaglio è stato aggiunto nella nota sulle questioni aperte o se i dazi voluti dall’ex amministrazione Trump saranno rimossi, come vorrebbe Pechino per portare avanti qualsiasi tipo di discussione. Il ministero ha rilevato che le parti hanno concordato sull’opportunità di ulteriori comunicazioni e ha espresso apprezzamento per l’atteggiamento “di uguaglianza e di rispetto reciproco”.

Liu, intanto, plenipotenziario del presidente Xi Jinping sulle questioni economiche, resta a capo del dossier commerciale, nonostante le recenti voci riportate da Wsj su una sua sostituzione con Hu Chunhua, giovane vice premier noto per la supervisione sull’irrequieta regione del Tibet e la gestione del ricco Guangdong.

Una diversa dichiarazione dell’Ufficio di Tai ha precisato che la rappresentante per il Commercio ha discusso nell’incontro le politiche dell’amministrazione Usa “incentrate sul lavoro e la sua revisione in corso sulle relazioni commerciali con la Cina, sollevando anche questioni di preoccupazione”.

In altri termini, l’esame della ‘fase 1’ “è solo una parte” dei rapporti più generali tra Washington e Pechino da rivedere, come promesso da Biden.

Il portavoce del ministero del Commercio cinese, Gao Feng, ha osservato che la “fase 1” è “un’intesa di beneficio per la Cina, gli Usa e il mondo intero. Le due parti – ha aggiunto – dovrebbero lavorare per creare l’atmosfera e le condizioni giuste per far avanzare la sua attuazione”.

All’inizio della settimana, tuttavia, il Peterson Institute for International Economics, think tank con sede negli Stati Uniti, ha reso noto che gli acquisti cinesi di beni americani sono ancora lontano dagli importi concordati a gennaio 2020, poche settimane prima che il Covid-19 iniziasse a diffondersi rapidamente in Cina e si trasformasse successivamente in mpandemia globale.

L’accordo stabiliva che rispetto all’import mdagli Usa del 2017, la Cina avrebbe acquistasto almeno 200 mmiliardi di dollari in più in beni e servizi statunitensi nei biennio seguente, negli sforzi per bilanciare il deficit crónico mdegli Stati Uniti. Per rimanere in linea, Pechino avrebbe dovuto mfare acquisti per un valore di 64,5 miliardi di dollari durante mi primi quattro mesi del 2021.

Tuttavia, secondo il think tank, i dati delle Dogane cinesi hanno mostrato che i beni importati hanno raggiunto solo il 73% dell’obiettivo da inizio anno ad aprile. E la quota scenderebbe al 60% considerando i dati statunitensi dell’interscambio.

L’accordo biennale dovrebbe concludersi a dicembre: secondo l’istituto, gli acquisti cinesi di merci Usa sono diminuiti di oltre il 40% nel 2020.

(di Antonio Fatiguso/ANSA).

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