Malore sui sentieri del Mottarone, muore un operatore tv

In una foto dei Vigili del Fuoco i soccorsi intorno alla cabina della funivia precipitata a Mottarone.
In una foto dei Vigili del Fuoco i soccorsi intorno alla cabina della funivia precipitata a Mottarone.

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2021-05-25 16:50
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STRESA (ANSA). – Sulla montagna del Mottarone si piange un’altra vittima, un operatore tv di Mediaset stroncato sul lavoro questa mattina da un malore improvviso. Stava salendo a piedi sui sentieri verso il luogo del disastro della funivia. La vittima è Nicola Pontoriero, 52 anni.

Viveva a Sesto San Giovanni (Milano), era originario di Rombiolo (Vibo Valentia). Si è accasciato al suolo non molto distante dai resti della cabina accartocciata della funivia sui sentieri del Mottarone. I soccorsi sono arrivati in pochissimo tempo.

Ad intervenire per primi gli uomini del Sagf, il soccorso alpino delle Fiamme Gialle, che hanno cercato di rianimare l’operatore con le manovre cardiopolmonari. Poi l’equipe sanitaria dell’Elisoccorso ha proseguito le operazioni di rianimazione fino alla constatazione del decesso. Pontoniero era arrivato sul Lago Maggiore con la collega Rossella Ivone di News Mediaset.

La notizia ha lasciato di stucco i colleghi che in questi giorni hanno lavorato con lui al Mottarone e quelli che in passato hanno condiviso molti servizi. Alcuni lo hanno saputo mentre erano a Verbania, davanti all’obitorio dell’ospedale ‘Castelli’ , dove ci sono ancora alcune delle salme delle vittime del Mottarone.

Tgcom24 ha pubblicato sul sito un lungo ricordo: ”Era sempre il primo ad arrivare quando si trattava di andare a caccia di notizie o di raccontare una storia. Arrivava per primo, con ‘la telecamera già accesa’ come si dice in gergo. Perché Nicola non era solo un tele-cineoperatore ma per esperienza, professionalità, saggezza, ti potevi rivolgere a lui come a un collega”.

A Mediaset ricordano anche l’amico e compagno di tante avventure trascorse in strada, ”per avere quell’esclusiva, quell’intervista, quelle immagini, appunto, che in scaletta facevano la differenza. E’ morto sul campo, come scriverebbero quelli bravi, facendo il suo lavoro, il nostro lavoro, con passione, con umiltà e professionalità, come solo quelli bravi sanno fare.”.

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