La tragedia di Mottarone, il dolore delle famiglie e i sogni infranti

Nella foto dell'Ufficio Stampa dei Vigili del Fuoco la cabina della funivia caduta a terra.
Nella foto dell'Ufficio Stampa dei Vigili del Fuoco la cabina della funivia caduta a terra.

ROMA. – C’è una figlia che non potrà più riappacificarsi con il padre; una mamma che ha ricevuto una foto dalla figlia e dopo pochi minuti la notizia della tragedia; amici che piangono una “ragazza speciale”: genitori inconsolabili rimasti senza parole; sogni che non potranno realizzarsi; bimbi che non vedranno più il loro compagno di classe e lo disegnano come un angelo; ma anche zii e nonni che invitano a pregare per il piccolo di 5 anni, unico sopravvissuto della strage della funivia Stresa-Mottarone.

Storie che si intrecciano, sconosciuti che il destino ha messo sulla cabina di una funivia in una domenica di primavera. Italiani del Nord, del Sud, ma anche stranieri: tutti accomunati dal dolore dei loro cari per una tragedia a cui la magistratura sta cercando di dare una spiegazione. Tra le vittime Serena Cosentino, 27enne di Diamante (Cosenza), borsista del Cnr che da pochi mesi si era trasferita a Verbania. Era in gita con il fidanzato iraniano Hesam Shahaisavandi (33 anni), morto anche lui.

L’ultima foto inviata alla mamma la ritrae felice e sorridente, poco prima di salire sulla funivia. “I genitori di Serena – racconta don Eugenio, parroco della Chiesa Gesù Buon Pastore di Diamante – sono entrambi distrutti dal dolore, così come il fratello e le sorelle. Non ci sono parole per descrivere lo strazio”. Erano, dice un amico dei due giovani, “una coppia meravigliosa, si amavano e progettavano il loro futuro insieme. Nonostante lui fosse musulmano era perfettamente integrato”.

Angelica Zorloni, figlia primogenita di Vittorio, il 55 enne di Vedano Olona (Varese), morto ieri insieme alla compagna 37 enne Elisabetta Persanini e il figlio Mattia, 5 anni, è sicura. “So che da lassù – scrive su Facebook – adesso faremo finalmente pace perché, semplicemente, in questa vita non eravamo destinati a riuscire a parlarci in modo giusto. Adesso so che capirai ancora meglio che le nostre continue incazzature reciproche derivavano soltanto da tutte le incomprensioni e l’amore che non riuscivamo mai ad incanalare nel modo giusto”.

E i compagni di scuola materna hanno raffigurato Mattia come un angelo che vola sopra i suoi amichetti.

Altra coppia che ha perso la vita nell’incidente è quella formata da Silvia Malnati (26 anni) e Alessandro Merlo (29) , di Varese. “Non abbiamo parole, non c’è nulla da dire”: sono chiusi nel dolore i genitori di Alessandro. Mentre una collega di Silvia, che fino a poche settimane fa aveva lavorato in un negozio di make up all’interno di un centro commerciale, la ricorda come una ragazza “travolgente, sempre sorridente e sempre pronta a nuove avventure, proiettata sul futuro, l’avevo sentito l’ultima volta pochi giorni fa, ci mancherà tantissimo”.

Tra i familiari di Amit Biran, della moglie Tal Peleg (i due vivevano a Pavia), del loro bambino Tom di soli due anni e dei bisnonni Barbara Cohen Konisky e Itshak Cohen, non c’è solo dolore, ma anche la speranza, legata alla sorte dell’altro figlio della coppia, di soli 5 anni, ricoverato all’ospedale Regina Margherita di Torino.

“Ho saputo cos’era successo dai messaggi di whatsapp. Ho cominciato a ricevere tanti ‘mi dispiace’ e non capivo perché…”, spiega Aya Biran, zia dell’unico sopravvissuto della strage. I funerali dei cinque verranno celebrati in Israele. “Pregate per nostro nipote”, è la richiesta fatta dalla zia e dai nonni paterni del bambino.

Daniele Marzano incrociava quotidianamente Amit a scuola: “Non sarà una mattina come le altre. Perché – scrive sui social – non ci sarà il tuo sorriso rassicurante all’ingresso della scuola Amit, ad accogliere noi e tutti i bambini e bambine. Lo facevi tutti i giorni, all’entrata e all’uscita, con quello sguardo buono di chi donava sicurezza”.

Roberta Pistolato, 40 anni e Angelo Vito Gasparro, 45, moglie e marito originari di Bari ma residenti nel piacentino, erano anche loro sulla cabina caduta. Lei lavorava al centro vaccinale allestito nell’ex-arsenale militare di Piacenza. In lutto i suoi colleghi che la ricordano: “sognava di fare il medico di famiglia”.

(di Massimo Nesticò/ANSA)

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