Cassa integrazione scontata senza licenziamenti. Sindacati in pressing

Una sede dell'Istituto Nazionbale della Previdenza Sociale.
Una sede dell'Istituto Nazionbale della Previdenza Sociale. (ANSA)

ROMA.  – Le aziende che faranno richiesta di cassa integrazione ordinaria non pagheranno il contributo addizionale fino al 31 dicembre 2021, ma non potranno licenziare durante il periodo in cui ne usufruiranno: la novità che prevede lo sconto sulla cig fino a fine anno del decreto Sostegni bis si aggiunge alla proroga fino al 28 agosto del blocco dei licenziamenti per le aziende che chiedono la cig Covid dall’entrata in vigore del decreto entro la fine di giugno. In totale le settimane a disposizione restano 13 fino al 30 giugno.

Ma i sindacati non mollano la presa: il blocco dei licenziamenti deve valere ancora per tutti e va allungato almeno fino a fine ottobre perché la fase resta di emergenza e bisogna frenare il rischio, avvertono, di una potenziale nuova ondata di posti persi.

La proroga al 28 agosto è “un passo avanti ma non sufficiente. Questa estate deve servire per vaccinare e non per licenziare”, insiste il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. É “una risposta debole” di fronte al rischio che quest’anno vengano bruciati altri “500 mila posti”, rimarca il numero uno della Cisl, Luigi Sbarra, chiedendo di evitare “traumi sociali e occupazionali”. E, quindi, di “migliorare” la norma nel percorso parlamentare.

Il blocco “selettivo” dei licenziamenti è invece utile, secondo il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, perché non tutti i settori vivono le stesse difficoltà: “Dobbiamo tornare progressivamente a meccanismi ordinari” e questa norma ‘mirata’ “lo fa, cercando di difendere quanto più possibile il lavoro”.

Interventi “di carattere generalizzato”, sostiene infatti il ministro, possono rivelarsi utili in “alcuni settori e in altri no”: ad esempio il tessile e la moda, “in questo momento sono in grande difficoltà”, mentre l’edilizia, “anche grazie alla partenza del Superbonus 110%, vive una fase molto positiva”.

Ecco perché, incalza, lo stesso strumento applicato in campi diversi “può avere effetti distorsivi”, dunque, servono iniziative “di carattere selettivo”. E comunque il pacchetto lavoro, sottolinea, prevede anche altri strumenti per incentivare le assunzioni, a partire dal contratto di rioccupazione, ed il rientro dalla cig in settori colpiti come quello del turismo e del commercio, con sgravi al 100%, ed elimina il decalage della Naspi (che altrimenti scatta dal quarto mese), per cui l’indennità di disoccupazione non verrà ridotta fino a fine anno.

Un’altra questione, intanto, allarma i sindacati, contrari alla liberalizzazione del subappalto e alla logica delle gare al massimo ribasso. Se nel prossimo decreto Semplificazioni “ci sono queste due cose, si arriva anche alla mobilitazione generale”, avverte Landini, ricordando che già le due categorie più interessate dall’eventuale provvedimento, l’edilizia e il commercio, “hanno dichiarato di essere pronte allo sciopero generale”.

Per i sindacati si tratterebbe di tornare “alla giungla”. Logiche che “sono contro la salute e la sicurezza delle persone e contro la qualità delle opere. Non si semplifica proprio nulla, si torna solo indietro”, dice Landini.

Per venerdì prossimo, 28 maggio, si preparano intanto ad una manifestazione unitaria davanti al Parlamento per rimettere al centro la salute e sicurezza sul lavoro ma anche le tante vertenze aperte perché, avvertono. non si trasformino in licenziamenti.

(di Barbara Marchegiani/ANSA).

Lascia un commento