Minimum tax e web, verso accordo al G20 di Venezia

Un articolo sulla web tax. (Ansalatina)
Un articolo sulla web tax. (Ansalatina)

BRUXELLES. – La nuova amministrazione Usa di Joe Biden rompe l’impasse globale sulla tassazione minima per le multinazionali e l’Unione europea vede un accordo a portata di mano.

Per la prima volta gli Usa quantificano formalmente la loro proposta: le imprese dovranno pagare il 15% minimo al fisco in tutti i Paesi Ocse, rivoluzione che metterebbe in crisi per sempre la corsa al ribasso di quelle giurisdizioni che attirano le imprese con un fisco più vantaggioso.

La Ue, con Italia, Francia e Germania in testa, accoglie la proposta con favore, e auspica un accordo di principio al G20 finanziario a Venezia a inizio luglio. L’Italia, presidenza di turno, sta “compiendo tutti gli sforzi per garantire il raggiungimento di un accordo politico” in quella sede, ha assicurato il ministro dell’economia Daniele Franco.

“Sembra proprio che avremo un accordo in estate” sulla tassazione minima per le multinazionali e la web tax, ha detto il ministro tedesco delle Finanze, Olaf Scholz, all’Eurogruppo informale a Lisbona. Per Scholz la proposta Usa “è davvero un grande progresso”, che spingerà anche il cammino della web tax, perché l’accordo sulla tassazione minima aiuterà “a contrastare la corsa fiscale al ribasso delle grandi piattaforme digitali”, ha spiegato.

Anche il ministro Franco lo considera “un altro passo importante verso un accordo sulla nuova architettura fiscale internazionale”, e per il collega francese Bruno Le Maire l’aliquota minima al 15% sarebbe “un buon compromesso”. Ma i numeri non sono scritti nella pietra.

“La questione chiave non è la cifra” ma avere “un accordo politico il prima possibile, vale a dire durante la riunione del G20 a Venezia in Italia all’inizio di luglio”, ha precisato Le Maire, insistendo sull’importanza di raggiungere sempre in quel frangente un compromesso anche “sul pilastro della tassazione digitale”.

Se le grandi economie europee sono soddisfatte della mossa mUsa, e ottimiste sull’intesa, più scettici restano i Paesi più mpiccoli che hanno basato le proprie economie proprio sugli schemi di tassazione favorevoli alle multinazionali, ben sotto la soglia minima e perfettamente legali visto che non c’è una legislazione comune.

Anche l’Irlanda, ad esempio, applica il 12,5%. Non a caso il ministro lussemburghese, a margine dell’Eurogruppo, ha frenato le aspettative rinviando a discussioni ancora da approfondire. Il Lussemburgo è base per Amazon ed altre grandi multinazionali. Ma il commissario all’economia Paolo Gentiloni si è detto ottimista sull’accordo al G20.

L’Eurogruppo di Lisbona è stato il primo momento di confronto dal vivo dopo oltre un anno di riunioni in videoconferenza. I ministri hanno ribadito l’impegno a sostenere l’economia, per evitare cicatrici permanenti, visto che la situazione è ancora incerta anche secondo il presidente della Bce Christine Lagarde.

(di Chiara De Felice/ANSA).

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