Giro: la prima di Vendrame, Bernal controlla la corsa

Andrea Vendrame durante la corsa
Andrea Vendrame durante la corsa. Foto di Luca Zennaro / Ansa

BAGNO DI ROMAGNA (FORLÍ-CESENA). – Nel Giro d’Italia delle prime volte anche a Bagno di Romagna vince un corridore che non si era mai portato a casa una tappa. Andrea Vendrame è il secondo italiano dopo Filippo Ganna a esultare quest’anno, in un giorno felice per il ciclismo azzurro, con Elia Viviani scelto come portabandiera a Tokyo, informato in corsa. Domani si arriverà nella sua Verona e la speranza per lui è di tornare al successo.

Veneto, di Conegliano, è anche Vendrame, 26enne della Ag2R. Abbastanza forte in volata, ma non così tanto da fare la differenza contro gli specialisti dello sprint. Buona gamba in salita, ma non sufficiente a tenere gli scalatori, si è piazzato spesso, ha vinto pochissimo.

Ma questa volta ha imbeccato la giornata giusta, e mentre gli uomini di classifica si sono controllati, si è infilato in una fuga numerosa, ha resistito a salite e discese e ha battuto nel finale l’unico rimasto con lui, l’australiano Chris Hamilton.

“Non riesco neanche a parlare dall’emozione. Nel 2019 la vittoria mi era sfuggita per dei salti di catena, oggi si è avverato un sogno”, ha detto. “Essere qui a vincere è una cosa fantastica, ne ho passate di cotte e di crude”. Come nel 2016, quando un’auto lo investì. Oppure quando, lo scorso dicembre, è stato preso a pugni da un automobilista, mentre si stava allenando sulle strade di casa. Episodi che lo avevano portato quasi a pensare di smettere con il ciclismo.

A Bagno di Romagna è arrivato il suo momento, nella tappa partita da piazza del Campo a Siena e conclusa tra le montagne forlivesi. Il gruppo in marcia da oltre dieci giorni ha lasciato fare. Si inizia a sentire la fatica, dalla polvere di ieri a Montalcino alla pioggia di oggi dell’Appennino tosco-romagnolo.

La Ineos della maglia rosa Bernal ha guidato con tranquillità e solo alla fine, con uno scatto d’orgoglio in discesa, si segnalano 8 secondi recuperati da Vincenzo Nibali, dopo un precedente tentativo insieme a Ciccone in salita, non riuscito.

La corsa ha perso nei primi chilometri pezzi importanti, alcuni per cadute. Come Alessandro De Marchi, due giorni in rosa, trasportato all’ospedale di Firenze con una sospetta frattura alla clavicola. Marc Soler della Movistar, anche lui in terra subito, ha provato a resistere un po’, ma è stato costretto a lasciare, 11/o in classifica.

E poi lo svizzero Gino Mader, già vincitore ad Ascoli, Alex Dowsett, compagno di squadra di De Marchi alla Israel e infine Fausto Masnada, possibile aiuto per Evenepoel sulle Alpi, alle prese con una tendinite.

Nella tappa dedicata a Bartali la fuga è scattata proprio dal paese di Ginettaccio, Ponte a Ema, sobborgo di Firenze come Sesto Fiorentino, dove il gruppo ha omaggiato la memoria di un altro grande della storia del ciclismo, Alfredo Martini, a 100 anni dalla nascita.

Sono andati via in quindici, poi i quattro gran premi della montagna, passi con nomi evocativi come Consuma, il secondo e Carnaio, l’ultimo, e l’acqua a scrosci, hanno sgranato la pattuglia di attaccanti arrivata a un vantaggio di oltre 12 minuti.

Sul Carnaio, a 20 dal traguardo, sono rimasti in sei, poi in quattro: due italiani, Brambilla e Vendrame e due dall’Oceania, l’australiano Hamilton e il neozelandese Bennet. Vendrame ha provato a fare la differenza in salita, Bennet in discesa.

Ma tutto si è deciso nel falso piano finale, con Hamilton e Vendrame che si sono avvantaggiati di qualche decina di metri e se la sono giocata allo sprint, che ha sorriso al veneto. Che a Bagno di Romagna, paese degli gnomi, può sentirsi finalmente un gigante. Almeno per un giorno.

(dell’inviato Tommaso Romanin/ANSA).

Lascia un commento