Bar-Ristoranti settore a pezzi, persi 514mila posti

Cliente seduto al tavolo di uno dei ristoranti a Piazza Navona, Roma.
Cliente seduto al tavolo di uno dei ristoranti a Piazza Navona, Roma. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – 514mila posti di lavoro bruciati, 22mila imprese chiuse, ristori insufficienti e sfiducia ai massimi. É un “bollettino di guerra” il rapporto annuale sulla ristorazione in Italia per il 2020 di Fipe-Confcommercio che, dopo un anno di pandemia, fotografa un settore “a pezzi”, in cui Il 97,5% delle imprese ha perso fatturato nel 2020 e per oltre 6 ristoratori su 10 il calo di fatturato ha superato il 50% del volume d’affari dell’anno precedente.

“Il sacrificio sociale che è stato assegnato al nostro settore, non è stato sostenuto da misure compensative adeguate per salvare il settore dalla mortalità”, afferma Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio.  Secondo il rapporto, infatti, per l’89,2% degli imprenditori i sostegni sono stati poco (47,9%) o per nulla (41,3%) efficaci.

A raccogliere il grido di dolore dei pubblici esercizi, il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, che assicura: nel prossimo decreto sostegni bis “ci sarà una misura per coprire quelli che sono stati chiamati gli esodati”, chi ancora non e’ rientrato nei ristori.

“Non basta”, per chi ancora è chiuso “per decreto”, come le sale da ballo, “al di là e al netto di tutti questi sostegni di carattere generale, ci sarà un fondo gestito da Mise e Mef”, per i soggetti che “non hanno possibilità di fatturare da mesi, cercheremo di intervenire con una sorta di forfait rispetto alle misure calcolate con gli indicatori”.

Con la pandemia sono cambiati i consumi degli italiani: si mangia di più in casa, quindi cresce di 6 miliardi di euro la spesa domestica e crolla di 31 miliardi quella in bar e ristoranti.

Secondo gli intervistati da Fipe-Confcommercio, nel 2021 i fatturati saranno ancora “in calo”, mediamente del 20%, e la ripresa non ci sarà “prima del 2022-2023”.

Nell’anno della pandemia sono state chiuse 22.250 attività. La sfiducia è ai massimi storici: nel primo trimestre 2021 crolla a -68,3% l’indice di fiducia sul futuro rispetto al 2020.

Dal primo lockdown a oggi, spiega Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio, “gli imprenditori dei Pubblici Esercizi hanno vissuto una vera e propria odissea”, ma nonostante questo, “l’85% degli imprenditori ha sostanzialmente fiducia di tornare in futuro ai livelli pre-pandemia”, spiega il presidente Stoppani. Anche se le novità su riaperture e coprifuoco “sono ulteriori importanti passi in avanti per il recupero della normalità” resta la “criticità per l’intrattenimento e le discoteche”.

Proprio per riaprire le discoteche, il governo potrebbe prevedere un “green pass”, rivela Giorgetti. “Tante imprese sono cadute al fronte –  conclude il ministro – ma dopo la guerra c’è la rinascita, dobbiamo creare le condizioni affinché si rialzi la testa tutti insieme e si torni alla normalità”.