La strage sul lavoro non si ferma, altri due morti

Guanti da lavoro fotografati in un cantiere edile di Pontedera
Guanti da lavoro fotografati in un cantiere edile di Pontedera (Pi).FRANCO SILVI/ANSA

BOLOGNA. – Non si ferma la scia di sangue sui luoghi di lavoro in Italia e oggi si contano altri due morti. A Croara, nella Valtrebbia piacentina, è deceduto in mattinata un operaio di 51 anni. Stava montando un cancello di acciaio in un cantiere edile quando all’improvviso si è sganciato dalle guide e gli è caduto addosso, schiacciandolo. Fatale, in particolare, sarebbe stato il colpo alla testa.

Sempre questa mattina nelle campagne di San Mauro Forte (Matera), è morto un uomo di 49 anni, Armando Rocco Mita, mentre stava guidando un trattore in un’area collinare. Il mezzo si è ribaltato e lo ha investito, uccidendolo all’istante. Stava lavorando in un terreno di proprietà di un’altra persona e dalle prime ricostruzioni il trattore cingolato avrebbe urtato un ostacolo, che ne ha provocato il rovesciamento.

In entrambi i casi è intervenuto il 118, invano, e i carabinieri hanno avviato verifiche per ricostruire la dinamica dei fatti. A questi episodi si aggiunge quanto successo nel tardo pomeriggio di ieri a Migliarino (Ferrara) dove i carabinieri sono intervenuti alla Calcestruzzi Magnani per il decesso di un dipendente. Un 45enne è stato trovato morto negli spogliatoi della ditta: l’ipotesi è che si sia trattato di un malore, ma per chiarire ogni dubbio la Procura ha disposto l’autopsia.

Gli incidenti mortali nelle ultime settimane sono stati frequenti, ormai un’emergenza nazionale, come si propone di dimostrare la mobilitazione di Cgil, Cisl, Uil su tutto il territorio. Giovedì 20 maggio si terranno assemblee unitarie con le lavoratrici e i lavoratori con lo slogan “Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro”.

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, parteciperà all’assemblea unitaria che si terrà alle ore 12.30 all’Azienda agricola Kiwi Sud a Eboli (via Serracapilli), in provincia di Salerno. Tra le principali richieste che le tre confederazioni sindacali hanno rivolto ai ministri del Lavoro e della Salute, Andrea Orlando e Roberto Speranza, c’è quella di “arrivare subito alla definizione di un accordo per la sicurezza tra governo e parti sociali, fare assunzioni mirate nei servizi pubblici per garantire più prevenzione, ispezioni e controlli, condizionare le risorse del Pnrr destinate alle imprese e alle aziende al rispetto dei contratti e di tutte le norme su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, fino ad arrivare a una vera e propria patente a punti”.

E mentre i sindacati pretendono maggiore sicurezza, c’è una donna che sta continuando a chiedere giustizia per il proprio figlio, morto sul lavoro quasi dieci anni fa. E’ Lena Dodaj, la madre di Maringleno, operaio di 25 anni di origine albanese precipitato dal tetto di un’azienda di Narni Scalo, dove stava lavorando.

La sua protesta è tornata a farsi sentire al tribunale di Terni: “Devo sapere, come, dove e perché è morto mio figlio” ha scritto su un cartello in cui campeggia la foto di Maringleno. Finora le sue querele con richiesta di riapertura delle indagini per far luce sui soccorsi prestati al giovane all’ospedale di Terni, sono state tutte archiviate.

E’ intanto notizia di oggi che sono sei le persone iscritte nel registro degli indagati per la morte di Marco Oldrati, 52 enne operaio di Bergamo precipitato da un ponteggio all’interno del cantiere di un centro commerciale di Tradate (Varese), lo scorso 8 maggio.

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