Il Giro riposa, Bernal: “Sono sorpreso da Evenepoel”

Egan Arley Bernal Gomez sul podio di Campo Felice festeggia la maglia rosa.
Egan Arley Bernal Gomez sul podio di Campo Felice festeggia la maglia rosa. ANSA/LUCA ZENNARO

ROMA. – Il 104/o Giro d’Italia di ciclismo si divide a metà, fra quello che è stato (10 tappe) e quello che accadrà da domani fino a Milano (mancano 11 frazioni all’epilogo).

Il bello deve ancora arrivare, ma alcuni segnali piuttosto chiari hanno indicato da che parte va la corsa rosa, sulla quale ha già allungato le mani Egan Bernal. Il vincitore del Tour de France del 2019 si è messo addosso la maglia rosa e punta addirittura a cucirsela, nel pieno rispetto di un pronostico fin troppo chiaro.

Il colombiano, cresciuto sotto l’ala protettiva di Gianni Savio, padre padrone della Androni Giocattoli, almeno finora ha dimostrato di essere il più forte: per come ha interpretato la corsa e per come ha saputo imporsi in una tappa di lacrime e sangue come quella di Campofelice, dove freddo, salita e sterrato hanno reso infernale la scalata al traguardo.

“Mi sarebbe bastato non staccarmi troppo dalla vetta della classifica generale, dopo queste prime 10 tappe, invece mi sono preso addirittura la maglia rosa”, le parole del corridore sudamericano.

Che dovrà vedersela con un altro giovane di belle speranze – oltre che con i campioni consolidati come Simon Yates – del calibro del belga Remco Evenepoel. “Mi hanno sorpreso la sua forza e la sua classe, ma credo abbia sorpreso un po’ tutti – le parole di Bernal sul belga – Tuttavia, non penso che questa corsa verrà decisa per una questione di secondi: prevedo che in montagna i distacchi saranno notevoli”.

Fra gli italiani, oltre ad Alessandro De Marchi, che la maglia rosa l’ha pure indossata, il più attivo è stato l’abruzzese Giulio Ciccone, l’anno scorso fermato dal Covid-19 (era reduce dal successo nella classifica del Gpm del 2019), quest’anno più combattivo che mai.

“Per darmi un giudizio aspetto la tappa dello Zoncolan – osserva – Bernal, almeno in questa parte di Giro, è stato l’uomo da battere, ma la corsa è ancora lunga. Per come sono andato penso di meritare un posto fra i primi cinque (attualmente è quarto, ndr). Vivo alla giornata e non vado oltre, mi concentro su ogni singolo obiettivo”.

Resta il fatto che questo, per “Cicco”, è un Giro d’Italia “molto interessante”. “Abbiamo avuto giornate difficili, caratterizzate da un meteo poco clemente, ma sono arrivato al giorno di riposo con buone sensazioni addosso”, ammette.

“La tappa di Campofelice mi ha dato consapevolezza sulla condizione – aggiunge -. Volevo essere protagonista nelle tappe in cui posso fare la differenza, essere presente un po’ dovunque e divertirmi. Non ho pressioni, sono arrivato al Giro con altri obiettivi, quello che sta arrivando adesso per me è qualcosa di nuovo”.

Domani la durissima tappa da Perugia a Montalcino (Siena), con altri scampoli di sterrato. “Sarà una giornata particolare – rileva Ciccone – che può condizionare: oltre alla fortuna serviranno le gambe. Può essere una giornata che ti fa sorridere o toglierti quello che hai adesso”. La lunga volata verso Milano sta per cominciare.

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