ROMA. – Oltre 25mila vite salvate nel Mediterraneo dall’Italia nel solo 2020. Un numero che già da solo dà la dimensione di un Paese “in prima linea” sul fronte dei flussi migratori. E’ un fenomeno sempre più ampio e di nuovo in forte crescita, come pure testimoniano i nuovi dati di Frontex, e che proprio per questo e per il carico di tragedie che si porta dietro, non può ricadere sulle spalle di uno o di pochi Stati.
“La dimensione dei flussi migratori richiede uno sforzo corale. La comunità internazionale deve intensificare i propri sforzi”: stavolta è la ministra della Giustizia Marta Cartabia a chiedere a nome del governo che l’Italia non sia lasciata sola.
L’occasione è la trentesima sessione della Commissione Onu per la prevenzione della criminalità, che si svolge a Vienna e che è dedicata alla lotta al traffico dei migranti, gestito, per usare le parole della ministra, da “organizzazioni criminali spietate che sfruttano l’aspirazione naturale dei migranti a una vita migliore”, e che sono dietro alle tragedie che hanno trasformato il Mediterraneo in un cimitero: più di 500 morti dall’inizio dell’anno.
E Alarm Phone segnala oggi dozzine di dispersi finiti in mare al largo della Libia, secondo le testimonianze di pescatori locali che hanno soccorso 62 persone. Intanto, l’Italia cerca altre 4 grandi navi (da 300 a 400 ospiti la capienza) da destinare tra l’1 giugno ed il 30 luglio alla quarantena di chi sbarca, “in considerazione del perdurare dell’emergenza sanitaria in atto e del probabile incremento del numero dei migranti in arrivo nel periodo estivo”.
Il bando scade giovedì prossimo. “C’è molto da fare, a partire dalla prevenzione”, dice Cartabia spiegando che proprio per queste ragioni l’Italia supporta le campagne di sensibilizzazione e i programmi di Unodc (l’agenzia dell’Onu per il controllo della droga e del crimine, con il cui direttore esecutivo Ghada Fathi Waly la minstra ha avuto un bilaterale) e punta a estendere le collaborazioni con i paesi subsahariani.
E sempre nell’ottica di rafforzare la cooperazione internazionale, l’Italia ha presentato a Vienna con gli Usa una risoluzione che intende anche spingere gli Stati che ancora non ce l’hanno a introdurre il reato di traffico di esseri umani. Traffico che ha ripreso quota , come confermano i dati di Frontex.Tra gennaio e aprile 2021 i migranti arrivati sulla rotta del Mediterraneo centrale sono più che raddoppiati (+157%) rispetto allo stesso periodo del 2020, toccando quota 11.600.
Si tratta dell’aumento più consistente rispetto a tutte le altre rotte. Gli sbarchi di aprile, 1.550, sono il doppio rispetto allo stesso mese del 2020 e hanno visto in prima fila tunisini e ivoriani. Anche in Spagna si registrano arrivi record: in un solo giorno oltre mille persone sono arrivate nell’enclave di Ceuta. Un flusso che non si arresta in questi giorni: oltre 683 persone trovate in mare sono state riportate ieri a Tripoli dalla Guardia costiera libica.
Nella settimana tra il 9 ed il 15 maggio sono 1.074 Mentre oggi altri 73 migranti a bordo di un’imbarcazione segnalata questa mattina da Alarm Phone in acque di responsabilità sar italiana sono state condotte a Lampedusa da mezzi di Guardia Costiera e Guardia di Finanza.
La Sea Eye 4 ha poi a bordo oltre 400 migranti soccorsi in sei interventi. Intanto, proseguono i negoziati in sede europea per il ricollocamento dei migranti dall’Italia: per ora l’Irlanda è il primo Paese ad essersi impegnato ad accoglierne dieci, ma Bruxelles incoraggia anche gli altri Stati “a mostrare solidarietà e a partecipare agli sforzi” per i trasferimenti.
La Germania accolga i migranti che sono a bordo della Sea Eye 4, “Ong Tedesca che batte bandiera Tedesca”, chiede il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni. Infine, la querelle tra la Lega e le ong impegnate nel Mediterraneo segna un punto a favore di Matteo Salvini: il gip di Milano ha archiviato l’accusa nei suoi confronti di istigazione a delinquere, scaturita dalla denuncia di Carola Rackete, l’ex comandante della Sea Watch 3.
(di Sandra Fischetti/ANSA)