Calcio: la A teme default, un segnale Figc su stipendi

Il logo all'ingresso della sede della Figc (Federazione Italiana Gioco Calcio) a via Allegri.
Il logo all'ingresso della sede della Figc (Federazione Italiana Gioco Calcio) a via Allegri. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – Uno stipendio  slittato di un mese, la Figc manda un segnale alla Lega di A. Non quel taglio drastico che chiedevano alcuni club (slittamento di sei mesi) ma un passo verso le società in crisi dopo un anno e mezzo di pandemia. Il rischio, denunciano molti dirigenti di club, e’ il default.

“É un principio che non condivido”: è stato molto chiaro oggi il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, specificando che “è in contraddizione con altri comportamenti. Ma in momenti di straordinaria eccezionalità dobbiamo tenere conto della difficoltà, bisogna usare anche un po’ di buonsenso. E spostare di un mese una mensilità mi sembra di buonsenso. Molte società hanno già pagato marzo, aprile e addirittura maggio. Il principio comunque non mi piace”.

Certo, al di la’ delle richieste della Lega, la situazione é complessa se emblematicamente l’Inter neo campione d’Italia discute con Zhang una riduzione forte dei costi.

Cosí il Consiglio federale odierno ha istituito un tavolo tecnico per la crisi economica dei club professionistici. L’iniziativa è nata al fine di “approfondire le soluzioni più ,urgenti e favorire le condizioni ideali affinché il sistema torni in sicurezza”.

La prima riunione, con la partecipazione delle leghe, dei club, delle componenti tecniche e di alcuni rappresentanti dei club, è stata convocata per venerdì 21 maggio. In quella stessa data, Gravina auspica che possa partire anche la discussione sulla riforma dei campionati.

In particolare, sarebbe il primo step che dovrebbe portare poi la Serie A a una riduzione delle squadre, da 20 a 18: “C’è un’idea e un progetto al quale ho lavorato e che sottoporrò a tutte le componenti, se questo si verificherà, già a partire dal 2023/24 avremo una Serie A a 18”, ha annunciato il presidente della Figc.

“Mi interessa una riforma del sistema calcio italiano, molto più ampia della serie A. Anche se il campeonato a 18 squadre sta diventando un tema comune anche per altre federazioni – ha concluso il capo del calcio italiano – così come i play off e play out. Significa che siamo stati precursori dei tempi. Già da venerdì potrebbe essere il primo passo per discutere di questa riforma”.

Un capitolo a parte merita la questione Salernitana, con Claudio Lotito chiamato a venderé entro un mese da oggi. La Figc infatti ha concesso una proroga, anche questa definita di “buonsenso” , di ulteriori 14 giorni rispetto al mese canonico previsto dall’articolo 16 bis delle Noif che sarebbe già partito dall’11 maggio scorso.

Entro il 25 giugno, dunque, la società dovrà tuttavia essere ceduta, pena la non ammissione del club campano in Serie A: “Non è un terreno di scontro ma solo di applicazione delle regole che si conoscono dal luglio 2013. Non servono sanzioni perché non ci si può proprio iscrivere al campionato. Lo impone la Figc, il Coni e le norme internazionali. Non siamo controparte della Salernitana, siamo solo rispettosi delle regole. Noi vogliamo la Salernitana in Serie A”, ha tenuto a specificare Gravina.

Gravina  oggi in Consiglio ha recuperato un verbale a firma Claudio Lotito datato luglio 2013, quando il club campano conobbe la sua prima promozione tra i professionisti e l’allora Figc di Giancarlo Abete riconobbe una deroga sulla multiproprietà.

A proposito di articolo 16 delle Noif, sono state inserite le cosiddette norme anti-Superlega: i club che partecipano a tornei non riconosciuti da Figc (anche amichevoli), Uefa e Fifa, perdono l’affiliazione.

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