Una settimana di guerra: Biden in pressing su Netanyahu

Attacco israeliano a Gaza.
Un attacco israeliano a Gaza. (ANSA)

TEL AVIV. – Una settimana di guerra e la tregua non si vede. Ma il presidente americano Joe Biden torna in campo, con una nuova telefonata al premier  Benyamin Netanyahu mentre il conflitto va avanti tra ondate di razzi su Israele e pesanti attacchi alla Striscia.

Attacchi che hanno martellato – con nuove vittime – la rete di tunnel segreti di Hamas e colpito 9 abitazioni dei suoi comandanti, uccidendo Hussam Abu Harbid, capo della Jihad islamica nel nord della Striscia e mente dei lanci.

E intanto gli Usa chiedono anche ad Israele di precisare la “giustificazione” dell’attacco alla Torre dei media a Gaza City dove erano ospitare tra le altri le sedi dell’Associated Press (che ha chiesto una “indagine indipendente” sull’accaduto) e di al Jazeera.

L’intensa pressione diplomatica tuttavia non è riuscita finora a spegnere il fuoco del conflitto. L’America ha bloccato per la terza volta una possibile dichiarazione del Consiglio Onu in quanto non aiuterebbe gli sforzi diplomatici per porre fine all’escalation mentre il segretario di stato John Blinken è tornato ad insistere con forza sul fatto che Israeliani e Palestinesi fermino subito lo scontro.

L’inviato di Biden a Gerusalemme e Ramallah, Hadi Amr ha incontrato – nella prima volta da mesi per un funzionario Usa – Abu Mazen. Gli Usa – ha chiesto il presidente palestinese – devono intervenire “per mettere fine alle aggressioni di Israele contro il popolo palestinese, fermare l’escalation e avviare sforzi per raggiungere una soluzione politica”.

Il consigliere della sicurezza Usa Mike Sullivan ha parlato con il suo omologo israeliano Meir Ben Shabbat e anche con il governo egiziano, impegnato fortemente per la tregua.

Proprio il presidente egiziano al Sisi insieme a quello francese Emmanuel Macron hanno invocato la fine delle ostilità mentre da Ankara il presidente turco Recep Tayyip ha accusato Biden di “avere mani sporche di sangue per il suo sostegno ad Israele” ribadendo che non farà un “passo indietro nel sostegno ai palestinesi”.

Fitte le telefonate anche con le altre cancellerie: Netanyahu ha sentito Angela Merkel ribaffermando che Hamas “sta compiendo un doppio crimine di guerra: lancia razzi sulla popolazione civile e usa i suoi cittadini come scudi umani”. Poi ha ringraziato la Germania per ii suo appoggio a Israele e del suo diritto di difendersi dagli attacchi.

Sul campo la situazione resta, tuttavia, immutata. Israele ha colpito “Metro” la rete dei tunnel di Hamas nel nord della Striscia: 35 attacchi in oltre 20 minuti che hanno distrutto 15 chilometri di centri comando e depositi, i cui ingressi, secondo l’esercito, sono spesso nascosti negli edifici civili, in un caso anche sotto ad un asilo.

Dall’inizio del conflitto, secondo il portavoce militare, sono stati circa 100 i chilometri di tunnel distrutti. Il bilancio delle vittime a Gaza – oramai in piena emergenza umanitaria – continua a salire: secondo i dati sono circa 200, di 58 sono – è stato spiegato – “bambini sotto i 18 anni”.

Sotto gli attacchi sono morti 2 medici con le famiglie: uno è Ayman Abu al-Aouf, capo del dipartimento di medicina interna dell’ospedale Shifa, noto anche a livello internazionale. Alle vittime di Gaza, il ministero della salute dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha sommato anche “quelle dell’aggressione israeliana nei Territori Palestinesi e a Gerusalemme est” portando il totale complessivo,  a 220. Con lo stesso metodo, l’Anp ha calcolato in oltre 5.000 i feriti: “3.728 feriti in Cisgiordania” e “1.300 a Gaza”.

Dall’avvio del conflitto dalla Striscia sono stati tirati 3.350 razzi con circa il 90% intercettato – a protezione della popolazione – dall’Iron Dome mentre erano diretti verso centri densamente abitati del sud e del centro del Paese. 460 di quei razzi sono ricaduti all’interno della Striscia.

Ashkelon (dove ieri era stata centrata una sinagoga), Ashodod, Beer Sheva, Sderot e le comunità israeliane attorno a Gaza sono da giorni sotto constante lancio con la gente nei rifugi. Ad Ashdod, un razzo ha centrato un palazzo facendo 8 feriti. Le vittime restano 10, tra cui due bambini di 5 e 12 anni.

(di Massimo Lomonaco/ANSA).

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