Cile: governo battuto sulla Costituzione post-Pinochet

Sebastián Piñera. (ANSA)

BUENOS AIRES.  – I risultati delle elezioni per l’Assemblea costituente, svoltesi in Cile durante il fine settimana, hanno avuto per il governo di centro-destra del presidente Sebastián Piñera l’effetto di un sisma.

Quando mancano infatti sei mesi per le presidenziali di novembre, la coalizione governativa “Chile Vamos” ha subito una pesante punizione elettorale conquistando appena 37 dei 155 seggi dell’Assemblea chiamata a scrivere la parola fine sulla Costituzione voluta in piena dittatura, dal generale Augusto Pinochet. .

Gli analisti sottolineano che Piñera ha fallito anche l’obiettivo minimo, quello di ottenere almeno quei 52 seggi che gli avrebbero permesso di avere una minoranza di blocco e quindi una specifica influenza nella redazione della nuova Costituzione.

I dati del Servizio elettorale (Servel) mostrano chiaramente il boom dei candidati indipendenti, eletti sia in liste specifiche, sia all’interno dei partiti di centro-sinistra, che saranno almeno 48 nella futura Costituente.

Si tratta di giovani, uomini e donne, per lo più sconosciuti, che hanno rotto gli schemi di un modo tradizionale di fare politica, mostrando apertamente i difetti di un modelo governativo efficiente dal punto di vista macroeconomico, ma penalizzante per le fasce meno abbienti e maggioritarie della società.

Ad essi, per completare l’arco oppositore della Costituente, vanno aggiunti i membri delle due coalizioni di sinistra e centro-sinistra, che sono “Apruebo”(integrata da un redivivo Partito comunista e dal Frente Amplio) e “Apruebo Dignidad” (formata dai partiti della ex Concertazione in passato al potere, ma ora in crisi: Ps, Ppd e Dc, ).

Questo risultato conferma che le manifestazioni cominciate il 18 ottobre 2019 a Santiago e nelle altre grandi città cilene, non sono state un fenomeno effimero. Tutt’altro.

Da quelle mobilitazioni si è consolidato un forte movimiento di contestazione su temi essenziali come la scuola, la salute, i trasporti, le pensioni, da cui sono emersi quei candidati indipendenti e oppositori entrati in massa nella Costituente.

Naturale conseguenza di questo è ii disagio all’interno del centro-destra cileno, che vede inesorabilmente sfuggirgli di mano il potere all’orizzonte delle presidenziali di novembre.

Per molti, il responsabile di questo disastro político risulta essere Piñera. che nella sua prima dichiarazione post-elettorale non ha cercato scuse, sostenendo che “non siamo adeguatamente sintonizzati con le richieste dei cittadini”.

“È nostro dovere – ha proseguito – ascoltare con umiltà e attenzione il messaggio del popolo e sforzarci di interpretare e rispondere meglio ai bisogni, ai desideri e alle speranze dei cileni. Questo messaggio forte e chiaro richiede una profonda riflessione da parte del governo, e anche di tutte le forze politiche tradizionali”.

É quasi certo che queste considerazioni saranno seguite in tempi brevi da un ampio rimpasto di governo con cui il capo dello Stato cercherà di salvare il salvabile negli ultimi mesi del suo mandato.

(di Maurizio Salvi/ANSA).

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