Draghi: “Assegno unico a tutti”. Il Papa plaude: “E’ futuro”

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto agli Stati Generali della Natalità, alla presenza di Papa Francesco.
Il Presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto agli Stati Generali della Natalità, alla presenza di Papa Francesco. (Ufficio Stampa e Comunicazione Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Lo scorso anno in Italia è ‘sparita’ una città come Firenze: l’aumento dei morti a causa della pandemia e il calo delle nascita ha portato ad un saldo negativo di 384mila residenti. Nel 2020 ci sono stati in Italia 404mila nati (negli anni ’60 e ’70 del ‘baby boom’ erano quasi un milione l’anno) e per il 2021 si stima che saranno da 384mila a 393mila, facendo segnare un nuovo minimo storico.

Sono questi i dati dell’Istat che hanno fatto da sfondo agli Stati generali della natalità, una chiamata alle armi per contrastare quello che Papa Francesco ha definito “un inverno demografico freddo e buio”. Il Pontefice ha voluto presenziare l’evento con il premier italiano Mario Draghi in una sorta di alleanza per il futuro.

E’ il Presidente del Consiglio a sottolineare che “al sostegno economico delle famiglie con figli è dedicato l’assegno unico universale. Da luglio la misura entrerà in vigore per i lavoratori autonomi e i disoccupati, che oggi non hanno accesso agli assegni familiari. Nel 2022 – annuncia Draghi – la estenderemo a tutti gli altri lavoratori, che nell’immediato vedranno un aumento degli assegni esistenti”.

“Le risorse ammontano a oltre 21 miliardi, di cui almeno 6 aggiuntivi rispetto agli attuali strumenti per le famiglie. L’assegno unico ci sarà anche negli anni a venire, è una di quelle misure epocali su cui non ci si ripensa l’anno dopo”.

Papa Francesco lo ringrazia per le parole “chiare e speranzose” e promuove questo strumento di cui si sta dotando il Paese: “Finalmente in Italia si è deciso di trasformare in legge un assegno, definito unico e universale, per ogni figlio che nasce. Esprimo apprezzamento alle autorità e auspico che questo assegno venga incontro ai bisogni concreti delle famiglie, che tanti sacrifici hanno fatto e stanno facendo, e segni l’avvio di riforme sociali che mettano al centro i figli e le famiglie. Se le famiglie non sono al centro del presente, non ci sarà futuro; ma se le famiglie ripartono, tutto riparte”.

Il Papa chiede anche una inversione di rotta ad imprenditori, datori di lavoro e alla società in generale che non considera la natalità un valore ma piuttosto qualcosa da nascondere: “Penso con tristezza – ha detto Papa Francesco – alle donne che sul lavoro vengono scoraggiate ad avere figli o devono nascondere la pancia. Com’è possibile che una donna debba provare vergogna per il dono più bello che la vita può offrire? Non la donna, ma la società deve vergognarsi, perché una società che non accoglie la vita smette di vivere. I figli sono la speranza che fa rinascere un popolo!”.

La ministra Elena Bonetti sottolinea la novità di “una intera riforma delle politiche familiari, la prima della nostra storia, il cosiddetto Family Act, l’abbiamo proposta e scelta come asse nel percorso di ripartenza e di resilienza per rimettere al centro della storia e delle scelte pubbliche le bambine e i bambini, i piccoli”.

A fare da regista all’evento il Presidente del Forum delle associazioni familiari Gigi De Palo, a sua volta padre di cinque figli. Snocciola i dati relativi al fatto che i giovani vorrebbero in realtà avere più figli e non quell’1,24 di media al quale da anni è inchiodata l’Italia: “La natalità diventa una questione più grande. Un tema che ha che fare con i desideri e i sogni degli italiani. Nessuno escluso. Ormai fare un figlio è diventato un lusso, se è vero che è una delle prime cause di povertà. Ma come può diventare fonte di povertà la nascita di un bambino? Un tempo era ricchezza”.

All’evento anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, la sindaca di Roma Virginia Raggi e diverse famiglie con 3-4-5 figli. Una vera rarità che ora la politica, bipartisan, vorrebbe superare.

(di Manuela Tulli/ANSA)