A New York un Palazzo Gritti in miniatura

Palazzo Gritti in miniatura a New York
Palazzo Gritti in miniatura a New York. (Yahoo Sport UK)

NEW YORK. – Durante il lockdown nei primi mesi della pandemia di Covid, la collezionista e mecenate d’arte newyorkese Joanna Fisher ha concepito l’idea di creare una casa delle bambole utilizzandola come forma di terapia. Ora la replica in miniatura perfetta nella forma e nei dettagli di Palazzo Gritti di Venezia ha fatto il suo debutto pubblico al Museum of Arts and Design di Manhattan.

La collezionista ha realizzato la ‘Fisher Dollhouse: A Venetian Palazzo in Miniature’ riproducendo un esterno classico del XV secolo e 10 stanze, ognuna delle quali ha al suo interno pezzi di una impressionante collezione di arte contemporanea creata da artisti internazionali, molti dei quali hanno lavorato per la prima volta in miniatura. Tra loro c’è anche l’italiano residente a New York Antonio Pio Saracino, considerato uno dei volti di spicco della nuova generazione dell’architettura e del design contemporanei.

Per l’interno della ‘Fisher Dollhouse’ Saracino ha realizzato un modellino dell’arco inaugurato nel settembre scorso a San Marco in Lamis, comune della provincia di Foggia che gli ha chiesto di ideare un simbolo del pellegrinaggio sulla Via Francigena nel tratto tra i conventi di Santa Maria di Stignano e di San Matteo.

Fisher, da parte sua, ha spiegato che l’idea di realizzare la casa delle bambole “è nata durante la pandemia”: “E’ una ‘casa emotiva’ che ho trovato dentro di me, un luogo sicuro creato nella mia immaginazione”. Tra le altre opere commissionate dalla collezionista per arricchire la sua ‘Dollhouse’ ci sono mini-sculture di altri artisti di spicco, tra cui una figura astratta di Michele Oka Doner e una intrappolata nel vetro di Dustin Yellen, mentre i dipinti sono di Darren Waterston, Federico de Francesco e Ryan McGinness. E il lampadario in stile Murano è stato creato dagli artisti del vetro Mario Ramos e Mariana Grande di Madrid.

Fisher conosceva la casa delle bambole Stettheimer del Museo della città di New York e questo, oltre al suggerimento di Rachel Lee Hovnanian che il progetto poteva essere una versione in miniatura del Palazzo Venier dei Leoni di Peggy Guggenheim, l’ha portata a commissionare micro-opere a diversi artisti che le hanno realizzate nei mesi del lockdown. Una fonte di ispirazione per lei è stata anche la ‘Queen Mary’s Dollhouse’ (a lungo esposta al Castello di Windsor) che fu presentata alla famiglia reale nel 1924 in segno di gratitudine per il coraggio e la leadership durante la prima guerra mondiale.

(di Valeria Robecco/ANSA)

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