Addio coprifuoco, la Spagna in piazza come a capodanno

Spagna: giovani festeggiano per strada la fine del coprifuoco.
Spagna: giovani festeggiano per strada la fine del coprifuoco. (Foto cortesia)

ROMA. – Con in mano lattine di birra e bottiglie di vino, fra balli, abbracci e cori scanditi a squarciagola: così da Madrid a Barcellona, da Malaga a Salamanca, migliaia di giovani in Spagna hanno festeggiato la fine del coprifuoco tutta la notte per strada, come fosse un capodanno anticipato a maggio.

I video raccontano di assembramenti senza mascherine e distanziamento contro il Covid, sebbene venerdì si contassero in media 198 positivi ogni 100mila abitanti. E nei resoconti delle forze dell’ordine ci sono aggressioni, feriti e arresti, 16 solo a Palma de Maiorca, dove quattro agenti sono usciti malconci dagli scontri con alcuni violenti, che hanno reagito con una sassaiola al tentativo di disperdere la folla di circa trecento persone.

Così è cominciata all’insegna dell’euforia, ma anche fra dubbi e polemiche, la prima giornata dopo la fine dello stato d’emergenza, durato oltre sei mesi e scaduto a mezzanotte. “Con Sanchez passiamo dallo stato di emergenza al caos”, attacca il presidente del Partito popolare, Pablo Casado, contestando la gestione della pandemia da parte del premier socialista, a capo di un esecutivo di minoranza.

In questa nuova fase non è più il governo centrale a stabilire se imporre o meno il coprifuoco ma le comunità autonome, salvo pronunciamento dei tribunali. Che ad esempio lo hanno bocciato nei Paesi Baschi, una delle regioni a più alto tasso di contagio, e alle Canarie. Il limite agli spostamenti notturni resiste nella Navarra, nella comunità Valenciana e alle Baleari.

Nel resto della Spagna, per ora, passa la linea ‘libertaria’, sostenuta in particolare da Isabel Díaz Ayuso, che alla guida della comunità di Madrid nei mesi scorsi ha adottato provvedimenti meno restrittivi di quelli nazionali, e con il Partito popolare ha appena rivinto le amministrative, diventando anche un punto di riferimento per il leghista Matteo Salvini nel suo braccio di ferro sulle riaperture con gli alleati di governo in Italia.

‘Ayuso, Ayuso’, scandivano anche circa quattrocento giovani che la scorsa notte hanno festeggiato ballando e bevendo, carichi di alcolici portati da casa (come nella tradizione del cosiddetto ‘botellón’) davanti alla Real Casa de Correos, sede del governo regionale.

È dello stesso partito ma non ha affatto gradito queste scene José Luis Martínez-Almeida, il sindaco della capitale, dove la polizia municipale è stata costretta a 450 interventi. “Sono scene indegne – ha tuonato in conferenza stampa -. La libertà non è infrangere le regole. Fare un botellón a Madrid non è libertà, perché non è permesso”.

Il timore è che certi eccessi si possano ripetere sabato prossimo, per la festa del patrono San Isidoro. Si sono verificati incidenti anche a Salamanca e Valladolid. Parla di “irresponsabilità” da parte di una minoranza “che se ne frega” Pere Ferrer, il direttore dei Mossos d’Esquadra, la polizia catalana.

Anche a Barcellona, dopo tanti mesi, le ore di buio hanno smesso di essere silenziose. Mentre rimbalzavano in tv le immagini di 6.500 persone circa assembrate in una trentina di punti della città, spiagge incluse, verso l’una di notte il presidente dell’associazione locale dei dottori, Jaume Padrós, twittava la sua preoccupazione: “Temo le conseguenze. Esorto alla responsabilità, siamo ancora in pandemia…”.

(di Paolo Cappelleri/ANSA)