Milano: Albertini rinuncia alla candidatura, scintille tra Lega e FdI

L'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini in visita alla camera ardente di Cesare Romiti allestita presso la Camera di commercio di Milano
L'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini in visita alla camera ardente di Cesare Romiti allestita presso la Camera di commercio di Milano, 19 Agosto 2020. ANSA / MATTEO BAZZI

ROMA. – Grazie, ma no, resto a casa. Gabriele Albertini, in una lettera a “Libero”, annuncia di volersi sfilare dalla corsa a sindaco di Milano. Un passo indietro che, insieme alle recenti dichiarazioni quanto meno scettiche di Guido Bertolaso sulla partita di Roma, fotografano una situazione di stallo all’interno del centrodestra.

L’ ex primo cittadino milanese dice di aver deciso per “motivi familiari”, tuttavia la sua decisione fa alzare la tensione tra il cosiddetto ‘centrodestra di governo”, cioè Lega e Forza Italia e il partito di Giorgia Meloni. Il segretario leghista, che più di ogni altri s’era speso per questa candidatura, mastica amaro, accusando implicitamente proprio Fratelli d’Italia di aver provocato l’attuale impasse.

“Io e la Lega – commenta Matteo Salvini – continueremo a lavorare per il bene di Milano e per l’unità del centrodestra. Mi spiace che i ritardi o i silenzi di qualcuno abbiano convinto Albertini a farsi da parte ma lui farà parte della squadra perché noi al cambiamento e al futuro di Milano ci teniamo”.

Accuse più o meno velate che Fratelli d’Italia respingono al mittente: “Salvini avrà certamente i suoi buoni motivi, non accuso nessuno, ma non si può continuare a parlare – replica Ignazio La Russa – attraverso i media. Nulla è ancora perduto, l’unico modo per scegliere Albertini o altri è la riunione della coalizione, che spetta a Salvini convocare come leader del partito più grande. Sono due mesi che noi diciamo di convocare questo tavolo”.

Riunione chiesta, entro una settimana, al massimo dieci giorni, anche da Forza Italia che con Licia Ronzulli auspica che Albertini possa ripensarci. Ma l’ex inquilino di Palazzo Marino sembra avere le idee chiare, tanto da non escludere la presentazione di una sua lista autonoma. Al suo posto, c’è chi immagina che potrebbe correre Maurizio Lupi. Ma sono solo ipotesi, in vista di questa riunione risolutrice, spesso annunciata, ma finora mai convocata.

Intanto, acque agitate anche all’interno della cosiddetta alleanza ‘giallorossa’, ma stavolta sulla scelta del candidato a Roma. Qui si aspetta di capire l’esito del pressing su Nicola Zingaretti. E’ noto che l’ex segretario dem abbia infatti chiesto la garanzia che la sua candidatura non comprometta l’alleanza raggiunta col M5s in giunta regionale, che potrebbe saltare se decidesse di sfidare Virginia Raggi per il Campidoglio. Al momento, però, questa garanzia non c’è. E non aiuta la situazione del Movimento, che ha una leadership e una struttura tutte in via di definizione.

(di Marcello Campo/ANSA)

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