Lite Letta e Salvini, ma Draghi tira dritto sul Pnrr

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

ROMA. – La spinta alle graduali riaperture mettendo al centro “l’aiuto economico” del turismo internazionale e i primi decreti nell’ambito del Recovery Plan. Per il premier Mario Draghi sono queste le priorità di un maggio decisivo anche per mantenere il ritmo della campagna vaccinale.

E il cronoprogramma del capo del governo, per ora, non sembra risentire delle tensioni che attraversano la maggioranza. Con il segretario del Pd Enrico Letta e il leader della Lega Matteo Salvini impegnati in uno scontro costante. E Letta, incontrando Draghi a Palazzo Chigi, non fa mistero della sua insoddisfazione per il comportamento dell’alleato di governo. “Il metodo Salvini non va, basta stare con un piede dentro e uno fuori”, è il messaggio recapitato a Draghi dal leader Dem.

Lo strappo della Lega sull’ultimo decreto per l’allentamento delle misure anti-Covid non era piaciuto neppure a Draghi, perché in contraddizione con l’accordo preso nel governo nella cabina di regia. Eppure il leader della Lega, avvicinato da Giorgia Meloni negli ultimi sondaggi, non molla la presa. In una conferenza stampa alla Camera prima fa appello al “buonsenso” di Draghi sullo stop al coprifuoco “entro metà maggio”. Poi annuncia una proposta ad hoc della Lega sulla Rai, sulla quale il pressing dei partiti su Palazzo Chigi resta altissimo.

E infine replica a stretto giro a Letta. “Il “metodo” Salvini è la concretezza. Noi siamo leali e propositivi, non ci occupiamo di ius soli e ci fidiamo degli italiani”, sottolinea l’ex ministro dell’Interno.

E la tensione, con l’arrivo dei primi decreti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, potrebbe crescere. Proprio il Pnrr è tra i temi al centro del colloquio tra Draghi e Letta. Il secondo da quando l’ex premier è alla guida del Nazareno. Giovani, lavoro e turismo sono le priorità che il Pd porta a Draghi nell’ambito del Recovery Plan. Piano per il quale è necessaria “una grossa spinta sul lavoro con decontribuzione per nuova occupazione e detassazione per le nuove attività imprenditoriali”, spiegano fonti del Nazareno.

Tra i nodi che dovrà affrontare Draghi c’è quello della riforma della giustizia, tra le più divisive in maggioranza. Già sul ddl penale, all’esame della commissione Giustizia della Camera, lo scontro sulla prescrizione è dietro l’angolo anche perché il M5S, in un emendamento, di fatto ripropone lo stesso schema dello Spazzacorrotti. E non è un caso che, nel pomeriggio, a Palazzo Chigi arrivi il sottosegretario alla Giustizia, azzurro e garantista, Francesco Paolo Sisto.

Sul Pnrr, nel frattempo, il lavoro di Draghi e dei ministeri più coinvolti continua a tappe forzate, con il decreto semplificazione come primo pilastro da mettere in campo. Nel pomeriggio un portavoce della commissione Ue sottolinea come la pubblicazione dei piani non sia carico di Bruxelles ma dei singoli governi. E sul sito web costruito ad hoc per il Recovery Plan il link che permette di vedere il Pnrr italiano ancora non compare. Anche se fonti di governo, in serata, spiegano che la pubblicazione del Piano e di tutta la documentazione allegata (con le schede progetto, i costi e i tempi previsti) sarebbe imminente.

E imminente, in senso lato, è anche l’apertura dell’Italia ai turisti stranieri. E’ lo stesso Draghi, nella conferenza stampa della ministeriale del Turismo del G20, a fare da “testimonial” annunciando, di fatto, la riapertura al turismo straniero nella seconda metà di maggio con il “Green pass nazionale”.

La fine della misura della quarantena di 5 giorni, per chi viene dall’estero, è prevista il 15 maggio e, quanto si apprende da fonti di governo, per la metà del mese il ministero della Salute produrrà una circolare per i criteri di equivalenza tra i Green pass degli altri paesi e il nostro. Una mossa, quella di Roma, per non perdere terreno rispetto ad altri Paesi simbolo dell’estate, come la Grecia. E la spinta al turismo porta con sé anche la verifica, che potrebbe essere fatta da qui a metà maggio, per allentare il coprifuoco, soprattutto perché la curva dei contagi appare in costante decrescita.

(di Michele Esposito/ANSA)


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