Ruba le offerte in chiesa, il parroco gli trova lavoro

Fedeli in chiesa durante la Messa, rispettando le norme di distanziamento.
Fedeli in chiesa durante la Messa, rispettando le norme di distanziamento. (Tgcom/Mediaset)

VENEZIA. – L’avevano preso dopo settimane di appostamenti e registrazioni video, ma quando hanno scoperto che si trattava di un padre costretto dalla crisi a rubare in chiesa per sfamare la famiglia, è scattata la solidarietà, che ha fatto cadere le denunce e gli ha permesso di riavere un lavoro dignitoso.

La vicenda a lieto fine è avvenuta a Caorle, storica località balneare del litorale veneziano, dove per settimane le cassette delle offerte delle chiese erano sistematicamente svuotate. Il parroco del paese, don Danilo Barlese, ha sporto denuncia alla locale stazione dei carabinieri, che hanno avviato le indagini.

Dall’inizio dell’anno erano 14 i colpi messi a segno dall’ignoto ladro, nel Santuario della Madonna dell’Angelo, nel vicino Duomo di Santo Stefano e nella chiesetta della Madonna del Rosario di Pompei, in mezzo alle case del borgo storico. Da qui sono partite le indagini dei carabinieri della stazione comandata dal maresciallo Francesco Lambiase, che hanno esaminato i video del sistema di sorveglianza dei luoghi di culto, scoprendo che a rubare era sempre la stessa persona.

Gli investigatori dell’Arma sono risaliti in breve alla sua identità, poi si sono appostati all’esterno delle chiese, in attesa del passo falso del ladro. Fino a che l’hanno bloccato all’uscita di una di esse, ed è emersa la storia intera. Aveva addosso circa 100 euro, frutto del colpo appena messo a segno, e un nastro biadesivo usato per sfilare le banconote dalle fessure delle cassettine.

Ha 23 anni, ha una famiglia, e dopo aver perso il lavoro a causa della pandemia ha cercato un modo per tirare avanti. In 14 ‘incursioni’ nelle chiese di Caorle aveva accumulato circa 1.000 euro. Da poco papà e con la compagna a casa, aveva bisogno di quel denaro per le necessità della famiglia.

Incensurato, ha spiegato ai militari di non aver avuto il coraggio di rivolgersi ai Servizi sociali del Comune per un aiuto. A quel punto è scattata la solidarietà sia da parte di don Danilo che dei militari, che lo hanno condotto in Comune per un sussidio. Con l’arrivo dell’estate, infine, avrà anche un lavoro, presso un ristorante della località balneare.

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