Carisma e contropiede, Conte erede Herrera e Mourinho

La grinta di Antonio Conte alla guida dell'Inter.
La grinta di Antonio Conte alla guida dell'Inter. (ANSA)

ROMA. – Quinto scudetto con tre squadre diverse in nove anni. Il palmares di Antonio Conte comincia ad essere sontuoso e lo allinea ai tecnici che hanno dato lustro alla storia dell’Inter. Da Herrera a Trapattoni, da Mancini a Mourinho sono tanti gli allenatori che hanno reso vincente il club nerazzurro e Conte può cominciare un ciclo in grado di rinverdire le glorie passate. C’è un fil rouge che lega le squadre di Herrera, Trap, Mourinho e Conte: attenzione alla difesa, contropiede e grandi interpreti a centrocampo e in attacco.

Il record per ora è di Helenio Herrera e Roberto Mancini con tre scudetti, uno più di Alfredo Foni e Mourinho mentre tra gli altri otto che fanno compagnia a Conte c’è Giovanni Trapattoni.

Ma uno dei più innovativi è stato Arpad Weisz, visionario creatore di calcio, divulgatore del “sistema”, scopritore di Meazza. Dopo lo scudetto all’Inter nel 1930  a 34 anni nel primo campionato a girone unico ne ha vinti due a Bologna, per poi finire tragicamente.  Ebreo di origini ungheresi, venne internato ad Auschwitz dove morì in una camera a gas nel 1944.

Diverso il percorso calcistico di Alfredo Foni, laureato in legge, vincitore di Olimpiadi e Mondiali, poi da tecnico sposò una tattica difensiva (elogiata da Gianni Brera) che gli consentì di vincere due scudetti nel 1953 e 1954 con Blason libero, catenaccio e contropiede con gli spunti e i gol di “Veleno” Lorenzi, Nyers e Skoglund.

Più raffinata la stessa tecnica usata da Helenio Herrera che con Picchi, Facchetti, Suarez, Corso e Mazzola confezionò la Grande Inter euro-mondiale che vinse negli anni ’60 anche tre scudetti segnando un’epoca coi soldi e la passione di Angelo Moratti e l’abilità e  l’astuzia di Allodi.

Quasi un quarto di secolo dopo il timone è passato al Trap che, come Conte, ha stravinto prima alla Juve per poi imporsi anche all’Inter, nel 1989 nel club passato a Pellegrini. Fu una cavalcata strepitosa (58 punti su 68) con Serena goleador con 22 reti e la squadra imperniata su Zenga, Bergomi, Ferri, Berti e i tedeschi Brehme e Matthaeus.

L’ingresso di Massimo Moratti ha portato a vittorie da record dopo un preambolo di attesa di dieci anni (e l’amarezza del ko del 5 maggio), in coincidenza con calciopoli. C’è stato il trittico di Roberto Mancini dopo la squalifica e la retrocessione della Juve. Il primo è venuto a tavolino, il secondo con le 17 vittorie di fila, record imbattuto, e il +22 sulla Roma con la squadra imperniata su Ibrahimovic, Stankovic e gli argentini Zanetti, Cambiasso, Crespo. Stesse avversarie l’anno dopo ma vittoria dell’Inter solo all’ultimo turno grazie a una doppietta di Ibra.

La voglia d’Europa ha convinto poi Moratti a ingaggiare Mourinho e, dopo un inizio mediocre,  ml’Inter ha fatto il vuoto imponendosi con Ibra goleador a 25 reti e l’inserimento fruttifero di Balotelli. Il técnico portoghese è riuscito a dare  una grande carica, ha attirato  la pressione su di sé con battute e polemiche, ha sfruttato il ricco organico rivoluzionato dall’arrivo di Eto’o, Milito, Lucio, Thiago Motta, Sneijder e Milito match winner in Champions.

Il 2010 è l’anno del triplete con Roma battuta in volata in campionato e nella sfida di Coppa Italia. Dopo una lunga attesa di 11 anni,  e il club diventato cinese,  ecco il ritorno alla vittoria con Antonio Conte, la difesa blindata e la coppia Lukaku-Lautaro. Forse è l’inizio di un ciclo, in puro stile Inter.