Bocciata la legge tedesca sul clima, troppo soft

Vapore dalle torri dello stabilimenti diJaenschwalde, in Germania.

BERLINO. – La Corte costituzionale tedesca boccia la legge nazionale sul clima e chiede alla politica di impegnarsi di più: gli obiettivi sulle riduzioni dei gas a partire dal 2030 devono essere più stringenti e formulare traguardi di breve periodo, rispetto al termine del 2050, quando al Germania dovrà aver raggiunto la “neutralità climatica”. In questo senso, la norma andrà rivista e il nuovo testo non dovrà andare oltre la fine del 2022.

Una sentenza del tutto inedita, che vede per la prima volta l’affermazione di chi fa ricorso ai togati di Karlsruhe per proteggere l’ambiente. E questa volta, a prendere l’iniziativa erano stati dei giovani fra 15 e 32 anni, fra cui anche Luisa Neubauer, leader tedesca dei Fridays for future. Accanto al movimento dei ragazzi, che prima della pandemia sfilavano tutti i venerdì nelle strade delle città di mezzo pianeta, ci sono anche altre organizzazioni ecologiste, come Greenpeace, German watch e Deutsche Umwelthilfe.

Finora la Germania si era impegnata a garantire entro il 2030 una riduzione delle emissioni di Co2 del 55% rispetto al 1990. Con la decisione della corte, in piena campagna elettorale sono stati oggi tutti d’accordo. E se vi è stata più di qualche frecciatina fra i partiti della Grosse Koalition, che si contendono l’elettorato in vista del voto del 26 settembre che aprirà il post Merkel, il giudizio è unanime nell’affermare che adesso si dovrà rapidamente adempiere alle richieste della Corte modificando la legge del dicembre 2019.

Una bozza con i punti salienti per cambiare il testo sarà pronta già per l’estate, ha annunciato la ministra Spd dell’Ambiente Svenja Schulze, la quale ha sottolineato di essersi  spesa in passato per prevedere degli obiettivi di medio termine, entro il 2040: “Con l’Unione (Cdu-Csu) non era fattibile però. È un bene che la corte abbia detto: ‘non potete girarvi dall’altra parte, qui dovete essere più chiari'”.

Anche il vicecancelliere Olaf Scholz ha sostenuto di aver a lungo tentato di evitare che si arrivasse a un richiamo del genere, in una schermaglia con il collega Peter Altmaier, della Cdu. Dal canto suo il responsabile dell’Economia ha comunque concluso: “adesso bisogna implementare quello che chiede la sentenza”.  “Una decisione storica”, ha esultato la candidata cancelliera verde Annalena Baerbock, che ha twittato: “la difesa del clima protegge la nostra libertà e quella dei nostri figli e dei nostri nipoti”. Bisogna agire subito, ha incalzato.

E anche l’economia ha salutato la sentenza con soddisfazione: avere obiettivi di lungo periodo rende più sicura la pianificazione per le imprese, negli investimenti sulle nuove tecnologie, ad esempio. La pronuncia di Karlsruhe arriva al momento giusto è il commento dell’Handelsblatt, giornale vicino alle imprese, che ricorda Usa e Ue hanno rafforzato gli obiettivi sul clima, e c’è addirittura il consenso anche della Cina.

(Rosanna Pugliese/ANSA).