Il coprifuoco divide Lega e Fdi, Conte e Letta all’attacco

Una veduta di Palazzo Chigi dove è in corso un nuovo vertice di governo sul testo del decreto di Agosto
Una veduta di Palazzo Chigi, Roma 6 agosto 2020. MAURIZIO BRAMBATTI/ANSA

ROMA. – La geografia dei gruppi che oggi approverà a larghissima maggioranza il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è destinata ad ulteriori scossoni. I partiti, che hanno assistito “da lontano” alla stesura del Recovery Plan, potrebbero presto far sentire la propria voce. Sui primi decreti attuativi del Piano, ad esempio. E non aiutano le tensioni interne alla maggioranza innescate dal nodo del coprifuoco.

Tensioni rispetto alle quali Fdi non resta a guardare. Dopo il voto sul Recovery alla Camera approderà in Aula l’Odg di Francesco Lollobrigida per abbattere il coprifuoco delle 22. Una mossa sulla quale scende il gelo di Matteo Salvini: noi lavoriamo perché sia il Cdm a cancellare il coprifuoco, con gli odg non cancelli nulla, sottolineano fonti della Lega.

Sul “tutti a casa” alle 22, del resto, lo scontro politico riguarda un po’ tutti sin da quando Salvini ha lanciato la raccolta firme dal titolo #nocoprifuoco. “Siamo a 800mila in poche ore, l’obiettivo è arrivare a centomila entro sera”, spiegano fonti della Lega. Da quel momento anche il Pd è uscito allo scoperto. “Raccogliere firme contro le decisioni del governo di cui si fa parte è inaccettabile”, sottolinea in mattinata il ministro del Lavoro Andrea Orlando.

E nel centrosinistra si guarda con attenzione a come si comporterà la Lega, quando – presumibimente nel pomeriggio – l’Aula della Camera voterà l’odg di Fdi. “Come voterà Salvini?”, attacca Enrico Letta. Al quale, nel pomeriggio, si aggiunge Giuseppe Conte. “E’ intollerabile fingersi all’opposizione. I ministri della Lega dicano se firmeranno la petizione sul coprifuoco”, è il post su Facebook dell’ex premier.

Parole che, oltre a rappresentare una solida sponda per il titolare della Salute Roberto Speranza, suggellano un nuovo asse, tutto anti-leghista, tra il Pd e il nuovo M5S di Conte. Il puzzle è complicato. Da un lato c’è Giorgia Meloni che, forte dei sondaggi, mette la Lega di fronte all’assunzione di una responsabilità politica nella coalizione del centrodestra. Cosa che accadrà anche mercoledì, sulla mozione di sfiducia contro Speranza al Senato.

Dall’altro c’è Salvini, che di abbandonare maggioranza e governo non ha alcuna intenzione. Sul coprifuoco si schiera con Maria Stella Gelmini (secondo la quale dovrebbe essere permesso di restare a cena fino alle 22) ma sull’Odg di Fdi chiude: “Le mozioni prima le leggo, poi le commento, lasciano il tempo che trovano”. Poi ci sono Pd, M5s e Leu. A più di un loro esponente una “maggioranza Ursula” a sostegno di Draghi, quindi con FI dentro, non dispiacerebbe.

“Ma Letta e Conte che minacciano e insultano, si fidano degli italiani oppure no?”, sono le parole con cui Salvini alza lo scontro. Il tam tam potrebbe durare fino a maggio inoltrato, quando il coprifuoco – se i dati epidemiologici lo permetteranno – potrebbe essere dilazionato.

Ma sull’Odg le sorprese sembrano impossibili. Oltre a Fdi solo Alternativa C’è potrebbe votarlo e non è neanche scontato. Intanto, i veleni dei partiti sulle misure del Recovery, nel giorno di Draghi in Aula, evaporano, sebbene qualche malumore resti. Perplessità che, in mattina, emergono nel M5s quando i deputati si vedono sulle risorse per il Sud.

Qualcuno chiede delucidazioni, protestando sul fatto che dello stampato Pnrr, fino a qualche ora prima, non c’era traccia. Ed è Luigi Di Maio, in collegamento da Dubai, ad intervenire nelle vesti di pompiere, tranquillizando i colleghi e invitandoli a concentrarsi sul concetto che i soldi del Recovery vanno spesi bene. Anche perché, di alcuni governatori del Sud, nel M5S e forse non solo, in diversi non si fidano.

E a dicembre arriva il primo Fact checking di Bruxelles. “L’ Italia inadempiente con Mario Draghi diventa modello europeo”, scrive il Financial Times. Il problema, per l’Ue, è che il mandato di Draghi finirà fra meno di due anni.

(di Michele Esposito/ANSA)

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