Von der Leyen: “Ferita, sofagate perché sono una donna”

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in piedi davanti al presidente turco Recep Erdogan ed il presidente del Consiglio Ue Charles Michel nel palazzo presidenziale di Ankara. ( frame tratto da un video di European Union)
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in piedi davanti al presidente turco Recep Erdogan ed il presidente del Consiglio Ue Charles Michel nel palazzo presidenziale di Ankara. ( frame tratto da un video di European Union)

BRUXELLES. – “Ferita come donna e come europea”.  A quasi un mese dal viaggio ad Ankara la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen parla per la prima volta davanti al Parlamento europeo di cosa ha provato quando è stata relegata sul quel divano dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

E ha denunciato, con parole chiare e precise, il forte imbarazzo per il ruolo di secondo piano che le è stato riservato dal Sultano, rispetto al trattamento che ha avuto il  presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

Una vicenda, battezzata sui social come il  ‘Sofagate’ che ha sollevato un polverone politico, ma anche reazioni polemiche nei confronti di Michel per la sua mancata ed immediata reazione.

Risoluta e a testa alta von der Leyen ha ripercorso davanti agli eurodeputati i fatti di Ankara, spiegando che l’unica spiegazione di quanto è successo non può che essere una sola: “É accaduto perché sono una donna”.

La più alta carica dell’esecutivo comunitario ha quindi rivelato di essersi “sentita ferita e sola come donna e come europea”, spiegando che le ricadute di quel viaggio riguardano il mancato rispetto dei valori fondanti dell’Unione e dimostrano “quanto dobbiamo ancora fare perché le donne siano trattate con parità”.

Al dibattito in aula era intervenuto pochi minuti prima lo stesso Michel che aveva spiegato le motivazioni della sua mancata presa di una posizione chiara di fronte alle scelte del cerimoniale di Erdogan. “In quell’istante avevo deciso di non reagire ulteriormente per non creare un incidente politico che avrebbe rovinato mesi di preparativi e sforzi politici e diplomatici”, si è giustificato il politico belga, confermando però il suo “impegno completo e assoluto a sostegno delle donne e della parità di genere”.

Nell’ultimo Consiglio europeo i 27 hanno messo nero su bianco che il rispetto dei diritti è un tema fondamentale per la ripresa del dialogo con la Turchia. Ma secondo von der Leyen non si tratta dell’unico segnale che Bruxelles attende da Ankara per l’avvio di una agenda positiva.

Sul tavolo, per l’Ue, c’è anche la richiesta di una de-escalation nel Mediterraneo orientale” e l’accettazione da parte della Turchia delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo”. L’obiettivo secondo von der Leyen è portare avanti anche dialoghi ad alto livello sul cambiamento climatico, la salute pubblica e le questioni regionali.

“In queste condizioni sarebbe più facile trovare risorse nuove per aiutare la Turchia a gestire più di 4 milioni di siriani”, ha precisato la tedesca, accogliendo con favore gli sforzi profusi dal paese alle porte dell’Unione su migranti e rifugitati.

(di Giuseppe Maria Laudani)ANSA).