Psichiatri: “Rischio ‘liberi tutti’ specie fra i giovani”

Coronavirus, movida in Piazza Santa Maria in Trastevere
Coronavirus, movida in Piazza Santa Maria in Trastevere, 12 luglio 2020. ANSA/STRINGER

ROMA. – Nel giorno in cui quasi tutta Italia diventa zona gialla il rischio che calino le attenzioni e i freni inibitori esiste, in particolare tra i giovani nella fascia dai 15 ai 25 anni, che potrebbero essere i più tentati a interpretare le riaperture come un ‘liberi tutti’. Se da un lato la voglia di ritornare a una vita il più possibile normale è anche naturale nei ragazzi, dall’altro la voglia di libertà va contenuta e accompagnata e occorre anche un meccanismo di tolleranza zero verso chi non rispetta le regole.

A evidenziarlo sono gli esperti della Società italiana di psichiatria (Sip). “Si tratta di riaperture abbastanza contenute, molto discusse -spiega il co-presidenti della Sip Enrico Zanalda- che però certo per qualcuno possono essere un liberi tutti. Anche per questo forse è stato giusto mantenere il coprifuoco alle 22 .

Va detto che i ragazzi hanno subito di più le conseguenze della pandemia con il minor rischio. Sono quelli più penalizzati perché si son visti modificare un anno di vita in un’età importante adesso può esserci un’esplosione di voglia di vivere importante. Abbiamo chiesto loro sacrifici, ed è anche naturale che venga da mollare i freni: bisogna dare spazi perché possano farlo senza eccedere troppo”.

“Questo è il momento di un enorme richiamo ad esercitare la prudenza e la salvaguardia degli altri – aggiunge però l’altro Co-presidente della Società italiana di psichiatria, Massimo di Giannantonio – pensiamo all’India, che è un esempio drammatico: si era favoleggiato che avessero già raggiunto l’immunità di gregge e stanno ripiombando nel buio della pandemia per colpa di una variante. Non siamo fuori dal pericolo, anche per questo dobbiamo esercitare un controllo sociale feroce e tolleranza zero verso chi non rispetta le regole”.

Per lo psichiatra il rispetto delle regole accompagna ogni aspetto del vivere sociale, anzi è premessa e condizione perché sia resa possibile la vita sociale stessa”. Anche per questo secondo l’esperto “la maggior parte delle persone, seppur esausta dopo oltre un anno, rispetta le regole imposte con la pandemia per la prevenzione dei contagi.

Perché sa che in ballo c’è la conservazione degli affetti. Questo avviene meno però, ad esempio, nelle fasce giovanili, che non avendo responsabilità familiari, genitoriali, molto più facilmente si predispongono alla trasgressione di regole che non sembrano riguardare così da vicino:occorre quindi esercitare un rigidissimo controllo sociale” .

“Tolleranza zero-aggiunge di Giannantonio- più si rendono possibili o meccanismi della tolleranza più si autorizzano consapevolmente o inconsapevolmente comportamenti trasgressivi. Occorre essere inflessibili”. Mentalmente, per ognuno di noi, la sfida “è mantenere un sano equilibro e una sana e corretta misura tra la sfera del desiderio e delle aspirazioni e quella invece della realtà e del dovere. Come se ci fosse una sorta di competizione tra l’emisfero cerebrale sinistro che è quello dedicato alla logica, alla lista all’efficienza, alla realtà, all’obbligo, al dovere e al limite”.

(di Elida Sergi/ANSA)

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