Premi Oscar: red carpet “piccolo piccolo” e niente party

La statuetta dei Premi Oscar..
La statuetta dei Premi Oscar.. EPA/ETIENNE LAURENT

NEW YORK. – Red carpet a scartamento ridotto e niente feste dove lo champagne scorre a fiumi: a causa del Covid il glamour degli Oscar perde lustrini e pailettes. “Vanity Fair” ha cancellato il suo consueto party del dopo-serata, trasformato in una serie di eventi virtuali sponsorizzati da Lancome, e così anche il privatissimo benefit della vigilia a favore del Motion Picture and Television Fund è diventato un affare online con LeAnne Rimes, El DeBarge e la 12 volte candidata Diane Warren (stavolta con Laura Pausini) tra gli intrattenitori.

Non tutto è perduto però e “Re Giorgio” non ha dubbi: “La moda del red carpet conta ancora: un momento di evasione e di sogno oggi forse più rilevante che mai”, ha detto a “Wwd” Giorgio Armani che nel 1992 creò la mistica del tappeto rosso quando Jodie Foster lo incaricò di vestirla per la serata in cui vinse per “Silenzio degli Innocenti”.

Certo, mesi di cerimonie via zoom in cui molte star si sono presentate al pubblico in abito da casa (vedi il pigiama della stessa Foster o la felpa di Jason Sudeikis ai Golden Globes) hanno avuto un prezzo: ecco perché designer e stylist sono oggi al settimo cielo: ad attendere domenica i candidati, ciascuno con un solo ospite, alla storica Union Station di Los Angeles ci saranno giornalisti in carne ed ossa, troupe tv e fotografi in una versione “live”, sia pure “piccola piccola” del leggendario red carpet, come ha detto la producer Stacey Sher che con Steven Soderbergh e Jesse Collins cura i dettagli della serata.

Per i divi e i loro stylists, la cerimonia 2021 è un po’ come simbolicamente girare l’angolo dopo la pandemia: “Sono eccitatissima di avere finalmente un evento di persona su cui lavorare”, ha detto Elizabeth Stewart che annovera tra i suoi clienti le candidate Viola Davis (“Ma Rainey’s Black Bottom”) e Amanda Seyfried (“Mank”) mentre per Chloe Hartstein che è già a Los Angeles per aiutare Glenn Close (“Hillbilly Elegy”) a scegliere come vestirsi sarà “lo spiraglio di un ritorno alla normalita”.

Bando dunque a pigiami e felpe, e tappeto rosso srotolato per un ritorno alle esuberanze instagrammabili della moda, anche se a dare il benvenuto alle star ci saranno solo tre fotografi e un numero limitato di reporter (media non americani verranno da Giappone, Canada, Gran Bretagna, Germania, Francia, Brasile, Spagna, Messico e Australia) tenuti a debita distanza dagli intervistati.

Non ci sarà la solita folla di curiosi assiepati alle transenne, ma per il pubblico della Abc, che ha l’esclusiva della serata, sarà la prova che lo spettacolo va avanti anche grazie alla magica capacità di Hollywood di trasformare la realtà. Tutto questo per dire che anche a fronte delle limitazioni ci sono opportunità per le griffe della moda e del beauty, come pronostica “The Business of Fashion”.

Spopolano per esempio le gift box come quella che domani arriverà agli indirizzi di 150 vip per consolarli della cancellazione del tradizionale party pre-Oscar con Charles Finch: piena di ogni ben di dio e con l’impegno di una donazione all’Actors Fund a sostegno degli sforzi anti-Covid dell’organizzazione non profit.

(di Alessandra Baldini/ANSA)

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