Ciad: l’eterno presidente Deby ucciso dai ribelli

Il difunto presidente del Ciad, Idriss Déby Itno.
Il difunto presidente del Ciad, Idriss Déby Itno. EPA/SOLAN KOLLI

IL CAIRO. – Dopo 30 anni di potere, l’appena rieletto presidente del Ciad, Idriss Déby Itno, è morto conducendo le sue truppe in uno scontro armato contro ribelli nel nord del Paese dell’Africa centrale confinante con la Libia.

E, in una sorta di colpo di Stato, il suo posto è stato súbito preso da una giunta militare guidata da uno dei suoi figli, Mahamat Idriss, che ha sciolto il parlamento e promesso elezioni solo al termine di un periodo di transizione di un anno e mezzo.

Il “Maresciallo del Ciad” è deceduto nelle ultime ore per le gravi ferite riportate durante il fine settimana “sul campo di battaglia”, come ha annunciato un portavoce delle Forze ármate ciadiane: a 68 anni, in linea col suo passato di militare di carriera spesso in mimetica, stava guidando l’esercito a diverse centinaia di chilometri dalla capitale N’Djamena contro una colonna di ribelli del “Fact”, partiti come di consueto da basi nel sud della Libia.

Proprio lunedì, mentre veniva proclamata la rielezione di Deby per un sesto mandato consecutivo di sei anni quale risultato delle elezioni dell’11 aprile, l’esercito aveva annunciato di aver ucciso più di 300 “nemici”. Dapprima smentita ma poi vera è risultata l’affermazione del Fact di aver ferito il “Colonnello Idriss Déby Itno”, l’ultimo grado che i ribelli gli riconoscevano.

Nel Paese di transito di migranti africani che puntano alla Libia per salpare alla volta dell’Italia, il portavoce delle Forze armate ha annunciato che è stato istituito un Consiglio militare di transizione (Cmt) guidato dal figlio di Deby: un generale 37enne già a quattro stelle ma soprattutto capo della Guardia presidenziale, la temuta unità d’elite di pretoriani del regime.

Il Cmt, oltre agli accordi internazionali, “assicura la transizione per un periodo di 18 mesi”, al termine dei quali “nuove istituzioni repubblicane saranno costituite” attraverso “elezioni libere, democratiche e trasparenti”, ha assicurato il mportavoce, annunciando tra l’altro anche coprifuoco e blocco delle frontiere.

La Francia, ex dominatrice coloniale del Ciad e che con i suoi militari e caccia-bombardieri aveva salvato Deby dall’attacco di ribelli nel 2008 e 2019, ha auspicato un rápido ritorno al potere civile e ha lamentato di aver perduto “un amico coraggioso”.

Il riferimento è al massiccio contributo del Ciad alla lotta degli Stati africani del G5 contro i jihadisti che imperversano nel Sahel facendo apparire l’ex golpista e alquanto autocratico Deby come un apprezzato bastione di stabilità, nonostante violazioni dei diritti umani degenerate in stragi soprattutto negli anni Novanta.

(di Rodolfo Calò/ANSA).