Malagò al Governo: ”Ora il pubblico in altri sport”

Il presidente del Coni Giovanni Malagò durante una conferenza
Il presidente del Coni Giovanni Malago', in una immagine d'archivio. ANSA/VINCENZO TERSIGNI

ROMA. – L’ok del Governo a concedere almeno il 25% della capienza dell’Olimpico per le quattro partite che ospiterà di Euro 2020 ha creato l’atteso effetto domino, e non solo nello sport.

Tutti auspicano aperture, e le prime a richiamarsi al “segnale positivo” che arriva dal calcio sono la serie A e le altre principali discipline, dalla pallavolo che sta per ospitare le finali Champions al basket.

“Sono sicuro che mil Governo considererà l’istanza” di tutto il movimento sportivo per un “ulteriore segno di speranza” verso le aperture che tutti auspicano, ha detto all’ANSA il presidente del Coni Giovanni Malagò, raccogliendo l’appello congiunto di federbasket e federpallavolo.

Dai campionati di pallacanestro alle palestre e piscine per amatori, tutti aspettano il segnale. Il Governo nella prossima settimana si appresta a definire protocolli, priorità e tempistiche, ma la questione pubblico negli stadi o negli impianti non sembra così direttamente connessa all’Europeo. Il sì dell’Esecutivo a una quota di pubblico all’Olimpico a cominciare dall’11 giugno è stato dato per un evento al via tra due mesi, sotto l’egida di un’organizzazione internazionale.

L’Uefa, che altrimenti avrebbe tolto la sua quota di Europeo all’Italia, ratificherà lunedì le sedi ma già oggi ha “pienamente confermato” Roma, come era emerso ieri con la lettera di Vezzali, come città ospitante degli Europei.

L’incertezza ora si concentra su Bilbao (Spagna), Dublino (Irlanda) e Monaco (Germania). Queste tre città, tra le 12 inizialmente selezionate, dovranno dare una risposta entro il 19 maprile.

Il via libera di ieri ha spinto Gianni Petrucci e Giuseppe Manfredi – presidenti delle federazione di pallacanestro e mpallavolo – a chiedere con un appello congiunto “análogo provvedimento per le due discipline che rappresentano tra gli sport di squadra le più importanti realtà dopo il calcio”.

I due dirigenti riconoscono che “l’autorizzazione ricevuta dalla Figc rappresenti un segnale di speranza per l’intero movimiento sportivo nazionale”, ma sottolineano come “per pallavolo e pallacanestro poter contare sull’affetto e sulla presenza del pubblico sia una condizione ormai indispensabile, seppure con le dovute garanzie, per programmare una ripartenza che assuma i connotati di un segnale concreto di ritorno alla normalità”.

Il presidente della Figc Gabriele Gravina, intanto, ha incontrato a Palazzo Chigi il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Roberto Garofoli. Sul tavolo i principali temi mdel calcio nell’epoca della pandemia, dai protocolli ai sostegni al settore. Sempre Gravina domani vedrà Valentina Vezzali, sottosegretario con delega allo sport, per parlare di attività dilettantistica e giovanile.

La serie A giá ieri aveva chiesto che anche per il campionato, nelle sue giornate finali, si desse un segnale con piccole quote di spettatori. Ma la prioritá al momento sembrano essere la ripartenza dei campionati “minori” fermi da tempo e le attitività di base, come palestre e piscine di cui ha parlato Vezzali in risposta a una richiesta del Comune di Ravenna. Dopo l’incontro col calcio, domani Vezzali sara’ al Coni per la prestazione delle finali  Champions del volley.

“Aprire al 15% di pubblico nelle ultime di serie A si puó”, dice il professor Matteo Bassetti, infettivologo del San Martino di Genova. Ma finora la cautela degli esperti ha evitato mcambiamenti di rotta repentini.

Una linea alla quale ha dato voce Silvio Garattini, presidente dell’Istituto Mario Negri, dubbioso sulla presenza di 17mila persone all’Olimpico dall’11 giugno: “Sono molto sorpreso che il Cts approvi questo – le sue parole – É pericoloso mettere insieme tanta gente. Abbiamo visto che cosa è successo con Atalanta-Siviglia” del febbraio 2020. L’Europeo è risolto, ma il calcio e i principali sport continueranno a far discutere.