India travolta dal Covid autorizza tutti i vaccini

Indiani fanno la fila per vaccinarsi in un centro di Mombai
Un Centro di vaccinazione in India (ANSA) epa09048556 Indian health officials check the documents of the beneficiaries as they wear mask as they wait to receive COVID-19 vaccine shots during the vaccination drive at C.V Raman Hospital in Bangalore, India, 03 March 2021. Phase two of the COVID-19 vaccination is underway in India for people aged 60 years and above. EPA/JAGADEESH NV

NEW DELHI. – L’India alza le braccia in segno di resa e ammette “per l’uso in emergenza” tutti i vaccini anti Covid-19 già approvati nei Paesi occidentali e in Giappone.

Dopo il semaforo verde di ieri allo Sputnik V, il vaccino russo che sarà prodotto dalla farmaceutica dr Reddy’s, oggi la capitale globale dei vaccini, (l’India produce annualmente, in termini assoluti, più vaccini di ogni altro Paese), alza il tiro. Porte aperte per i prodotti di Pfizer, Johnson & Johnson, Novavax e Moderna, come per tutti gli altri approvati dall’Oms o in altri Paesi con la sola eccezione di quelli cinesi.

L’accelerazione impressa così da Delhi alla campagna vaccinale, annunciata dal ministro alla Sanità, si deve alla seconda ondata di casi, una curva crescente che, dall’inizio di marzo, azzanna l’India senza fermarsi, con record di nuovi positivi, oltre 100 mila al giorno la scorsa settimana.

I sieri stranieri saranno autorizzati senza che le aziende che li producono debbano condurre altri test. Grazie a una corsia preferenziale, per ciascun prodotto basteranno cento volontari, controllati nella settimana successiva all’iniezione; in assenza di reazioni, il vaccino potrà essere prodotto o importato.

È una svolta epocale per il governo di Modi, che a gennaio, illuso di aver raggiunto l’immunità di gregge, puntava al soft-power della diplomazia dei vaccini, e presentava con orgoglio l’India come il Pae ese che avrebbe fornito al mondo, in molti casi donandole, le ambite dosi.

La necessità di vaccinare al più presto un miliardo e trecentomila indiani e alcuni rallentamenti nella produzione domestica hanno imposto prima lo stop all’export dei vaccini prodotti localmente; poi, nelle ultime ore, la necessità di fare ricorso ai prodotti stranieri.

(di Rita Cenni/ANSA).