Covid: in Brasile peggiore domenica da 14 mesi, 1.824 morti

Manifestanti pro-Bolsonaro protestano contro il lockdown per la pandemia a Sao Paulo. Immagine d'archivio.
Manifestanti pro-Bolsonaro protestano contro il lockdown per la pandemia a Sao Paulo. Immagine d'archivio. EPA/Fernando Bizerra Jr

BRASILIA.  – Il Brasile ieri ha avuto la sua peggiore domenica dall’inizio della pandemia di coronavirus, con 1.824 morti.

Il totale dei decessi è così salito a 353.293 e la media dell’ultima settimana è stata di 3.109, la seconda più alta da febbraio 2020, quando si registrarono i primi casi ufficiali di Covid-19.

Negli ultimi 81 giorni, più di mille persone sono morte ogni 24 ore nel gigante sudamericano, che è il terzo Paese al mondo per numero di vittime da Covid, dopo Stati Uniti e India.

Gli ultimi dati sono stati pubblicati oggi dal quotidiano O Globo e si basano su informazioni fornite dalle segreteria alla Salute dei governi statali.

Finora 13.482.543 brasiliani hanno contratto la malattia, con 38.859 segnalati fino alle 20:00 di questa domenica, quando la media settimanale ha toccato quota 71.283 casi.

Lo Stato di San Paolo, il più colpito in Brasile dalla pandemia di coronavirus, da oggi allenta alcune misure di confinamento, permettendo per esempio la riapertura delle scuole ma mantenendo il divieto delle messe in presenza.

Tra le attività consentite figurano anche le partite di calcio, che sono state autorizzate anche dopo le 20 in seguito a una polemica tra il governatore, Joao Doria, e la Federcalcio statale.

La cosiddetta “fase di emergenza” a San Paolo era entrata in vigore il 24 marzo. In questa nuova fase, viene mantenuto il coprifuoco tra le 20 e le 5 del mattino, oltre alla “raccomandazione” del lavoro a distanza.

Le restrizioni sono state contestate nuovamente da Jair Bolsonaro: “Ci sono dittatori che commettono atrocità negli Stati”, ha detto oggi a Brasilia il presidente, che ha poi ribadito di essere a favore del “diritto alla mobilità” senza condizioni.

Mentre, migliaia di persone ieri hanno manifestato in diverse città del Brasile contro la decisione della Corte suprema che, per nove voti a due, ha autorizzato i governi statali e comunali a vietare le messe per cercare di impedire la diffusione del coronavirus.

Intitolati “Marcia della famiglia cristiana per la libertà”, i cortei nelle principali capitali hanno riunito soprattutto i sostenitori del presidente della Repubblica, Jair Bolsonaro, da sempre vicino alle chiese evangeliche.

Agli eventi, convocati sui social, i dimostranti indossavano magliette con i colori del Brasile e portavano la bandiera mnazionale, che in alcuni casi sventolava accanto a quella di Israele.

Come in altre occasioni simili, i simpatizzanti del mcapo dello Stato sono tornati a chiedere apertamente ml’intervento militare, la condanna del comunismo e la permanenza mal potere di Bolsonaro