Covid, Senato: protocollo unico per le cure domiciliari

Medici ed infermieri al lavoro nei reparti di terapia intensiva dell' ospedale modulare Covid allestito nell'area dell'Ospedale del Mare e Napoli
Medici ed infermieri al lavoro nei reparti di terapia intensiva

ROMA. – E’ in arrivo un protocollo unico nazionale per la gestione domiciliare dei pazienti Covid 19, un passaggio importantissimo per l’intero sistema sanitario perché allenterebbe la pressione sugli ospedali, consentendo loro quindi di riprendere gradualmente gli interventi nelle altre patologie. Anche politicamente e istituzionalmente un passaggio rilevante perché lo Stato assumerebbe un ruolo di indirizzo evitando che le Regioni vadano in ordine sparso.

A chiedere il protocollo unico nazionale è stata l’intera Aula del Senato che ha votato all’unanimità un ordine del giorno predisposto dai rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari. A Palazzo Madama erano state presentate due mozioni sulle cure domiciliari, una da parte della Lega ed una da parte di M5s.

Poi nel pomeriggio di mercoledì tutti i gruppi hanno convenuto di dare forza politica a questo atto di indirizzo al governo predisponendo un ordine del giorno unitario articolato in cinque impegni per l’esecutivo, a cui il sottosegretario Sileri ha dato parere favorevole.

L’ordine del giorno chiede al governo in primo luogo di “aggiornare, tramite l’Istituto Superiore di Sanità, Agenas e Aifa, i protocolli e le linee guida per la presa in carico domiciliare da parte di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e medici dei territori dei pazienti Covid-19, tenuto conto di tutte le esperienze dei professionisti impegnati sul campo”.

In secondo luogo di istituire un “tavolo di monitoraggio ministeriale in cui siano rappresentate tutte le professionalità coinvolte nei percorsi di assistenza territoriale” e in terzo luogo di “attivarsi affinché le diverse esperienze e dati clinici raccolti dai servizi sanitari regionali confluiscano in un protocollo unico nazionale di gestione domiciliare del paziente Covid-19”.

Infine il governo dovrà “affiancare all’implementazione del protocollo nazionale per la presa in carico domiciliare dei pazienti Covid-19 un Piano di potenziamento delle forniture di dispositivi di telemedicina, idonei ad assicurare una adeguato e costante monitoraggio dei parametri clinici dei pazienti”.

Gli esponenti della maggioranza hanno sottolineato gli aspetti positivi dell’ordine del giorno. Sonia Fregolent (Lega), ha rilevato come con un protocollo unico, “si supera il concetto di “vigile attesa” fornendo così la possibilità agli utenti di vedere prescritti i farmaci ritenuti più opportuni, tenuto finalmente conto del singolo caso”.

Paola Boldrini (Pd) invita ad essere “consapevoli che anche il lavoro del Parlamento non termina qui, perché la sfida maggiore resta l’applicazione omogenea dei protocolli nazionali su tutto il territorio, stante l’autonomia delle Regioni in materia di sanità”.

“Di questi tempi quando si raggiunge un accordo sul tema della salute è sempre e solo una buona notizia”, ha detto Anna Maria Parente (Iv), presidente della Commissione Sanità. Critica invece Fdi che ha pure votato a favore: “E’ quanto mai paradossale – ha detto Francesco Zaffini – che il Senato sia stato costretto a fare quello che il governo avrebbe dovuto fare da tempo e cioè aggiornare i protocolli per la gestione dell’emergenza Covid-19, datati ormai il 30 novembre”.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)