Inps: nel 2020 usate solo il 40% ore cassa intregrazione autorizzate

Andrea Orlando ministro del Lavoro ANSA / MATTEO BAZZI
Il ministro del Lavoro Andrea Orlando. (ANSA) ANSA / MATTEO BAZZI

ROMA. –  Le ore di cassa integrazione autorizzate nel 2020 sono state circa tre miliardi, escluse quelle dei fondi di solidarietà, ma solo il 40% quelle effettivamente autorizzate.

Il dato contenuto nel Pre-Rendiconto Inps per il 2020 ha fatto sì che i dati di bilancio, al momento solo assestati e non definitivi, fossero migliori delle stime fatte sulla base di una previsione di uscita maggiore.

Il saldo finanziario di competenza è stato negativo per 5,7 miliardi e comunque peggiore di circa 12 miliardi rispetto a quello dell’anno precedente.

In pratica con l’esplosione della pandemia e l’introduzione degli ammortizzatori sociali con causale Covid sono stati autorizzati 1,9 miliardi di ore di cassa integrazione ordinaria con meno di 700 milioni di effettivo utilizzo (il 35%) mentre sono stati autorizzati 981 milioni di cassa in deroga con un utilizzo di 494 milioni e un tiraggio del 50%.

Se si considerano tutti gli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro (Cigo, cigd e Fondi di solidarietà) con causale Covid le ore autorizzate tra il primo aprile e il 31 dicembre 2020 sono state oltre quattro miliardi. Le aziende si sono assicurate le ore di fermo salvo poi non usarne neanche la metà, soprattutto nel periodo estivo, grazie alla ripresa produttiva.

In vista dell’uscita dell’emergenza la riforma degli ammortizzatori sociali  e il rilancio delle politiche attive del lavoro saranno centrali per la ripresa. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, intervenendo alla presentazione del Rendiconto ha sottolineato che esistono “resistenze” al cambiamento sugli ammortizzatori sociali legato “all’accumularsi degli strumenti” ma che bisogna affrontarle guardando all’obiettivo di un ammortizzatore universale che tuteli tutti i lavoratori.

Il  gettito contributivo nell’anno funestato dalla pandemia da Covid – si legge nel Rendiconto – è stato pari a 225,5 miliardi di euro, in diminuzione di circa 11 miliardi di euro sul consuntivo 2019 mentre. le uscite per prestazioni istituzionali si sono attestate a 360 miliardi di euro, in aumento di 29 miliardi rispetto al consuntivo de 2019.”

L’attenuazione delle più negative previsioni elaborate nell’ottobre scorso – scrive il Civ –  è sostanzialmente legato al minor ricorso alle misure di sostegno al reddito”.

La spesa di carattere pensionistico rimane sostanzialmente invariata e si attesta a 268,5 miliardi di euro. Le entrate a copertura delle prestazioni poste a carico del bilancio dello Stato (invalidità civile, assegni sociali, prestazioni Covid ecc) nonché dei disavanzi delle gestioni previdenziali sono  state pari a 143 miliardi, in crescita di 28,47 miliardi rispetto ai 114,52 del 2019.

L’anno ha visto il calo degli invalidi civili (oltre 52.000 in meno il saldo) ma la crescita della giacenza delle domande di invalidità che hanno raggiunto quota 1,8 milioni (1,3 delle quali per la prima visita). E’ aumentato anche il tempo medio di gestione delle pratiche con 34 giorni in più e 154 giorni medi.

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