Vaccini anche sui luoghi di lavoro. Aziende pronte

Operai con il volto coperto da mascherine sanitarie al lavoro nei cantieri della Metropolitana M4, Milano
Operai con il volto coperto da mascherine sanitarie al lavoro nei cantieri della Metropolitana M4, Milano , (ANSA)

ROMA.  – Per vaccinare i lavoratori italiani adesso mancano solo i vaccini. Perché su dove somministrare le dosi ormai le opzioni sono tante essendosi aggiunti ad hub, stazioni, aeroporti anche i posti di lavoro dopo il protocollo raggiunto con un confronto serale tra il ministro del Lavoro e le parti sociali.

Un’intesa che aggiorna anche gli accordi già raggiunti lo scorso anno a inizio pandemia sulla sicurezza nei posti di impiego. Possono così prendere il via le vaccinazioni nelle fabbriche e in tutti i luoghi di lavoro, con il supporto dei medici aziendali e della rete Inail. L’adesione dei lavoratori è ovviamente su base volontaria essendo stata esclusa l’obbligatorietà della vaccinazione anti-covid.

L’iniziativa è stata salutata ancora questa mattina dal ministro Andrea Orlando come una buona notizia ed una opportunità in più. “Potranno partecipare i dipendenti e i datori di lavoro e anche i lavoratori che in qualche modo afferiscono all’azienda, come i lavoratori in somministrazione. Non saranno solo i dipendenti in senso stretto” ha spiegato.

Sui tempi di partenza, ha però ammesso anche Orlando la data è “legata all’arrivo delle dosi necessarie”. Si tratta comunque di un altro canale, accanto a quello tradizionale, “molto importante”: per le imprese “sarà una opportunità, attivarlo significherà vedere vaccinati più rapidamente i propri dipendenti”.

“È una bella pagina: Il protocollo per le vaccinazioni e l’aggiornamento del protocollo per la sicurezza Covid-19 ci aiuteranno a tutelare la salute nei luoghi di lavoro. Questa battaglia si vince solo tutti assieme”, comenta il responsabile della Sanità, Roberto Speranza.

In base al protocollo i datori di lavoro possono, singolarmente o in forma aggregata procedere alle inoculazioni anche indipendentemente dal numero di lavoratrici e lavoratori occupati potendosi avvalere del supporto o del coordinamento delle Associazioni di categoria di riferimento.

Possono dare la disponibilità ad attuare piani aziendali tutti i datori di lavoro interessati e coloro che non sono tenuti alla nomina del medico competente nelle proprie aziende o non possano fare ricorso a strutture sanitarie private, potranno avvalersi delle strutture sanitarie dell’Inail.

I costi per la realizzazione e la gestione dei piani aziendali di vaccinazione, inclusi i costi per la somministrazione, sono a carico del datore di lavoro, mentre la fornitura dei vaccini, dei dispositivi per la somministrazione (siringhe, aghi) e la messa a disposizione degli strumenti formativi previsti e degli strumenti per la registrazione delle vaccinazioni eseguite è a carico dei Servizi sanitari regionali.

Se la vaccinazione viene eseguita in orario di lavoro, stabilisce inoltre il protocollo, il tempo necesario è equiparato all’orario di lavoro. Nel testo si richiama anche il recente decreto Covid con cui è stata esclusa espressamente la responsabilità penale degli operatori sanitari per evento avversi nelle ipotesi di uso conforme del vaccino.

Le imprese che già hanno aderito alla campagna sono 7.500 afferma Confindustria dicendosi pronta a “supportare la sfida”. Anche le banche, ha fatto sapere l’Abi, potranno vaccinare i propri dipendenti che lo vorranno quando le dosi di vaccino saranno disponibili. Di un accordo importante e “non scontato”, aveva parlato al momento della firma la Confapi per le Pmi: “Non è stato semplice arrivare a questa firma condivisa, ma ha prevalso il senso di responsabilità”.