Libri: più lettori, ma digitali dopo primo lockdown

Lettura di libri digitali.
Lettura di libri digitali.

ROMA. – Le vendite dei libri cartacei nel trade (librerie, Gdo, negozi online) hanno registrato una crescita del 25% nelle prime otto settimane del 2021, ma i lettori italiani sono sempre più digitali. Dopo un’iniziale flessione, con il primo lockdown, gli italiani sono tornati a leggere più di prima, ma comunque in modo diverso: la quota di popolazione che legge solo libri a stampa è passata dal 38% del 2019 al 29% del 2020.

I lettori solo digitali (ebook e audiolibri) sono passati dal 3% al 6% e quelli che utilizzano sia il libro a stampa che ebook e audiolibri dal 17% al 26%. A ottobre 2019, il tasso di lettori italiani che avevano letto un libro, anche solo in parte, a stampa o in formato ebook o audiolibro, era pari al 55%, nel 2020 è cresciuto al 61%, con un aumento del 5,3%.

E’ la fotografia che emerge dal ‘Libro bianco sulla lettura e i consumi culturali in Italia (2020-2021)’ del Centro per il libro e la lettura, realizzato in collaborazione con l’Associazione Italiana Editori- Aie presentato oggi in streaming alla presenza del ministro della Cultura, Dario Franceschini e di Flavia Piccoli Nardelli, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Cultura, Scienza e Istruzione alla Camera dei deputati.

I dati, frutto di un anno di analisi e ricerche sulla lettura in Italia, presentati da Giovanni Peresson, direttore dell’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori, mostrano che, parallelamente ai cambiamenti nelle abitudini di lettura, sono cambiati e cresciuti anche gli acquisti.

Per i libri a stampa le vendite sono aumentate dello 0,3% (settore della varia), ma se prendiamo in considerazione anche ebook e audiolibri la crescita è molto maggiore, pari al 2,3%. Il 36% degli italiani nel corso del 2020 ha comprato solo libri a stampa, il 21% sia libri a stampa che digitali (ebook e audiolibri), il 5% solo libri in digitale. Rispetto al 2019, gli acquirenti di soli libri a stampa sono calati di 5 punti percentuali.

Presupposto della tenuta e anzi della crescita della filiera del libro nel 2020 è dunque la capacità dei diversi attori che la compongono di riorganizzarsi. Già a marzo il 96% degli editori aveva adottato, in tutto o almeno in parte, il lavoro da remoto, il 52% stava riorganizzando l’area diritti.

A fine anno, l’offerta dei libri a stampa è calata del 9% e cresciuta dello stesso tasso quella di ebook, i titoli usciti in doppia versione (a stampa e digitale) sono passati dal 14% del 2019 al 22% del 2020. Gli editori di varia e i tecnico-professionali in particolare hanno rimodulato il piano editoriale, proponendo nuovi autori e titoli.

Gli editori scolastici sono stati in grado di rispondere alle nuove esigenze della didattica a distanza grazie alle innovazioni di prodotto introdotte negli anni precedenti: sono 3,5 milioni i libri di testo in formato ebook messi a disposizione gratuitamente agli studenti, 2,3 milioni i materiali didattici integrativi, mezzo milione i test di verifica.

In due mesi e mezzo, da fine febbraio a metà giugno, sono stati scaricati 6,5 milioni di materiali didattici. Settantadue le piattaforme per la didattica universitaria disponibili. Lo scambio dei diritti si è sviluppato su piattaforme digitali per ovviare alla chiusura delle principali fiere professionali internazionali, il prestito bibliotecario digitale è cresciuto del 103%, le librerie si sono ri-organizzate prontamente con le consegne a domicilio. Nonostante i buoni risultati del 2020, la filiera sconta alcuni limiti dovuti alla struttura storica della domanda e dell’offerta.

L’indice di lettura del Paese, pari al 61%, è inferiore a quello del resto dei Paesi europei: Francia 92%, Regno Unito 86%, Germania 69%, Spagna 68% e non esiste un mercato di lingua italiana rilevante fuori dai confini nazionali. Sul lato dell’offerta, il 71% delle case editrici italiane non pubblicano più di nove titoli l’anno, solo il 26% ha pubblicato almeno un ebook, il 66% hanno un catalogo digitale che non supera i 10 titoli, solo il 6% hanno un sito di e-commerce affidabile.

La piccola dimensione è una caratteristica anche delle strutture di vendita: in Italia le librerie di catena sono 1.200 e generano un fatturato di 422 milioni. Quelle indipendenti sono 1.455 e generano un fatturato di 238 milioni. Per quanto riguarda queste ultime, il 93% ha vendite annuali a prezzo di copertina inferiori a 1,5 milioni di euro, il 51% ha un solo addetto oltre al proprietario, l’87% una superficie di vendita inferiore ai 200 metri quadrati, il 64% un assortimento che si ferma ai 10.000 titoli, il 29% non ha sito web.

Il Libro Bianco raccoglie anche le opinioni di editori, librerie, biblioteche su quali siano gli interventi necessari per sostenere il mercato e allargare il bacino della lettura. Le risposte sono state raggruppate in quattro sezioni: interventi legislativi (legge quadro), sostegno alla domanda, campagne di comunicazione, interventi in infrastrutture per la lettura, da cui emerge che per gli editori il sostegno alla domanda è la priorità (44%), per le librerie serve soprattutto una legge quadro (31%), per le biblioteche servono interventi in infrastrutture (41%).