Birmania, spari anche ai funerali delle vittime

Ancora proteste in Birmania.
Ancora proteste in Birmania. EPA/STRINGER

ROMA. – E’ stato il giorno del lutto in Birmania, all’indomani della repressione più sanguinosa delle proteste contro il colpo di Stato, con un bilancio sabato di 114 vittime civili in 24 ore, di cui sei minori tra i 6 e i 16 anni. Ma mentre le manifestazioni non si fermano, e altri morti sono stati segnalati anche domenica, fonti locali hanno denunciato irruzioni delle forze di sicurezza anche nelle cerimonie funebri, nonostante le reazioni indignate dei Paesi occidentali e dell’Onu, a cui però non si sono uniti Russia e Cina.

Testimoni citati dal Guardian hanno riferito che le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco al funerale di una delle vittime di sabato. L’episodio, che non ha provocato morti o feriti, sarebbe avvenuto nella città di Bago, vicino a Yangon, la più popolosa del Paese.

“Mentre cantavamo la canzone della rivoluzione, i militari sono arrivati e hanno sparato, noi siamo scappati”, ha raccontato una donna di nome Aye. Un soccorritore nella città di Monywa ha detto all’agenzia Afp che tre persone, fra cui due uomini e una ragazza, sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco. Mentre a Hlaing, un quartiere di Yangon, un ragazzo di 16 anni ha perso una mano nell’esplosione di una granata lanciata dalle forze di sicurezza che aveva a sua volta afferrato per scagliarla verso gli agenti.

Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, si è detto “profondamente scioccato” dalle violenze, che a partire dal colpo di Stato del primo febbraio hanno provocato oltre 400 vittime civili. Il segretario di Stato Antony Blinken ha riferito che gli Usa sono “sconvolti dal bagno di sangue”. Mentre i capi delle forze armate di undici paesi dello schieramento occidentale, inclusa l’Italia, hanno condannato “l’uso letale della forza contro persone disarmate”.

Rimangono invece in silenzio la Russia e la Cina, facendo capire che sarà difficile una chiara condanna della giunta militare da parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, dove hanno il potere di veto. Il vice ministro della Difesa russo Alexander Fomin ha partecipato sabato sera, insieme a rappresentanti della Cina e dell’India, ad un sontuoso banchetto offerto dal capo delle forze armate e della giunta militare birmana, il generale Min Aung Hlaing.

I festeggiamenti, accompagnati da un concerto e da uno spettacolo di droni, sono stati organizzati per la giornata nazionale birmana, e hanno assunto la parvenza di una tragica beffa agli occhi dell’opposizione, dopo la giornata di sangue. Su alcuni post su Twitter le immagini della festa sono accostate a quelle delle vittime.

Si risvegliano intanto le tensioni etniche. Un gruppo ribelle della minoranza dei Karen, l’Unione nazionale Karen, ha affermato che per la prima volta dopo 20 anni jet militari hanno compiuto bombardamenti nell’est del Paese, uccidendo tre persone, qualche ora dopo che i guerriglieri si erano impadroniti di una base militare.

(di Alberto Zanconato/ANSA)

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