Maxi blitz di 20 aerei cinesi nei cieli di Taiwan

Una strada di Taipei, capitale di Taiwan.
Una strada di Taipei, capitale di Taiwan. (ANSA)

PECHINO.  – Maxi blitz di venti aerei militari cinesi nella zona di identificazione della difesa aerea (Adiz) di Taiwan: un’operazione valutata come la più grande del suo genere mai segnalata dal ministero della Difesa dell’isola da quando, a metà settembre del 2020, iniziò a rendere pubbliche le incursioni dell’Esercito popolare di liberazione.

La mossa rappresenta un’ulteriore escalation della tensione nello Stretto di Taiwan e un monito di Pechino a non superare la “linea rossa” dell’indipendenza, peraltro ribadita nel vértice in Alaska tra i capi della diplomazia di Usa e Cina, a stretto giro dalla firma di Taipei con gli Stati Uniti – avvenuta giovedì a Washington – di un memorandum per avviare un gruppo di lavoro dedicato alla guardia costiera e al rafforzamento della cooperazione marittima.

L’accordo è stato visto dagli analisti come la risposta dei due partner alla recente legge approvata dalla Cina che consente alle navi della sua guardia costiera di usare le armi in determinate condizioni contro unità straniere che operano in acque dichiarate come suo territorio.

Il ministero della Difesa, in una nota, ha spiegato che la pattuglia aerea cinese era composta da quattro bombardieri H-6K con capacità nucleare, 10 jet da combattimento J-16, due caccia multiruolo J-10, due aerei da guerra anti-sommergibile Y-8 e altre unità da ricognizione: una prova di forza, avvenuta poi quando l’aeronautica militare dell’isola ha sospeso gli addestramenti dopo i due incidenti aerei registrati all’inizio della settimana.

L’aeronautica militare di Taiwan ha risposto con aerei di monitoraggio, emettendo allarmi radio e mobilitando le risorse di difesa fino a quando i jet cinesi non hanno lasciato l’area.

Divenuti ormai quotidiani, l’ultimo blitz di Pechino più consistente risale a febbraio, con un picco giornaliero di 11 aerei. La Cina vuole unirsi con Taiwan, che vede come “parte inalienabile” del suo territorio, e minaccia di usare la forza per schiacciare i passi verso l’indipendenza formale.

Giovedì, intanto, Taiwan ha reso noto di aver iniziato la produzione di massa di un missile a lungo raggio ed è al lavoro sullo sviluppo di altri tre. Il ministro della Difesa Chiu Kuo-cheng ha affermato, in un’audizione parlamentare, che lo sviluppo dei vettori è una priorità.

Le forze armate di Taiwan si sono tradizionalmente concentrate sulla difesa dell’isola, ma la presidente Tsai Ing-wen ha marcato l’importanza di sviluppare un deterrente “asimmetrico”, utilizzando apparecchiature mobili difficili da trovare e distruggere e in grado di colpire obiettivi lontani dalla costa di Taiwan.

Washington, il principale partner e fornitore di armi di Taipei, ha intensificato il suo sostegno alla creazione di un contrappeso militare alle forze cinesi, basandosi sullo sforzo noto all’interno del Pentagono come “Fortezza Taiwan”.

Lascia un commento