La Bce vede la ripresa e chiede riforme nel recovery

La presidente dellla Bce Christine Lagarde.
La presidente dellla Bce Christine Lagarde. (ANSA/EPA)

ROMA. – Una ripresa “solida” nella seconda parte dell’anno: la Bce “vede” un recupero dell’economia dall’estate in poi, grazie a un’accelerazione delle vaccinazioni, al maxi-stimolo di bilancio Usa che spinge la crescita globale, al “recovery fund” europeo vicino alla griglia di partenza.

Ma Francoforte avverte anche che quest’ultimo funzionerà solo se ci sarà “un equilibrio adeguato tra investimenti e riforme” e chiede “un esame attento dei piani nazionali per la ripresa e la resilienza”.

Nel bollettino economico c’è una sottolineatura, forse ascrivibile a una punta d’orgoglio, quando la Bce scrive che “i differenziali dei titoli di Stato italiani sono diminuiti notevolmente nel periodo precedente la formazione di un nuovo governo da parte dell’ex presidente della Bce Mario Draghi e hanno brevemente raggiunto un nuovo minimo pluriennale prima di tornare a crescere”.

C’è anche un invito a non sovrastimare l’impatto economico delle misure di distanziamento sociale, cui in molti Paesi sono state date “colpe” in larga parte riconducibili alla pandemia in sé.  L’Italia e la Spagna, scrive infatti l’Eurotower,  hanno sì sofferto “cali maggiori” dell’economia nel 2020.

Ma in Italia “l’impatto negativo diretto delle misure di contenimento è stato ampiamente paragonabile alla media dell’area euro”: pesa parecchio il colpo maggiore subìto dal Pil italiano  in un settore manifatturiero dove l’impatto “è stato largamente dovuto a fattori esterni” e cioè alla contrazione della domanda estera.

Il quadro economico è quello tratteggiato da Christine Lagarde nell’ultima riunione della Bce: dopo un primo trimestre 2021 in “ulteriore contrazione”, il Pil dell’area euro tornerebbe ad accelerare crescendo al ritmo del 4% fra il 2021 e il 2022.

I rischi, fino a poche settimane fa “al ribasso” ora sono “più equilibrati”. Ma nel breve termine prevale ancora incertezza, e il rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato a livello globale sarà contrastato con acquisti del programa pandemico “Pepp”  a un ritmo “significativamente” più elevato rispetto ai primi mesi di quest’anno: la scorsa settimana la Bce ha comprato infatti 21,1 miliardi di euro di bond, contro i 14 miliardi della settimana precedente e i 18 miliardi di media settimanale del programma.

Il resto della ripresa dovrebbero farlo la campagna di vaccinazione e il Next Generation Eu. Altro elemento che a Francoforte osservano con grande attenzione sono le banche, col rischio di uno “shock improvviso” quando saranno tolti gli aiuti pubblici.

Uno scenario che non preoccupa più di tanto alcuni investitori: Moody’s oggi migliorato da “negativo” a “stabile” le prospettive sui rating bancari, in vista della ripresa, dello sconto sugli accantonamenti Ifrs9, e del “continuo supporto del governo” con prestiti garantiti, moratorie e magari ulteriori garanzie sulle cessioni di crediti deteriorati. Un primo segnale arriverà dal decreto di aprile, dove si preannunciano misure per il credito.

(di Domenico Conti/ANSA).

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