Spallanzani, accordo con Mosca per test vaccino Sputnik

Una immagine dell'esterno dell'Ospedale Lazzaro Spallanzani.
Una immagine dell'esterno dell'Ospedale Lazzaro Spallanzani. GIUSEPPE GIGLIA /ANSA/JI

ROMA. – Nuova tappa per il vaccino Sputnik in Italia, per il momento solo dal punto di vista scientifico, possibile preludio di future aperture sul fronte della produzione nel nostro paese, in attesa dell’approvazione da parte dell’agenzia europea del farmaco. Il direttore dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, ha annunciato la firma di un memorandum d’intesa con il centro Gamaleya di Mosca, che ha sviluppato lo Sputnik V, per uno scambio di materiale biologico e di ricercatori.

“Sono molto orgoglioso perché questa è una prima in Europa: la scienza è neutra, deve essere lontana da interessi geopolitici. Noi e il Gamaleya abbiamo messo al centro l’esigenza di avere vaccini che funzionino. Abbiamo trovato nei colleghi del Gamaleya una grande disponibilità alla collaborazione e alla trasparenza”, ha detto nel corso di una tavola rotonda di italo-russa dedicata allo Sputnik.

Francesco Vaia ha spiegato che, poiché lo Spallanzani ha sequenziato le varianti “inglese, brasiliana e sudafricana” del coronavirus, lo studio clinico condotto in tandem con i ricercatori russi del Gamaleya, che verranno a Roma, permetterà di capire se lo Sputnik V sarà in grado di produrre anticorpi anche per questi ceppi del virus.

Un’altra ipotesi di studio è quella di indagare se lo Sputnik possa essere una valida opzione per vaccinare chi, in gruppi particolari della popolazione, abbia una risposta immunitaria minore. Vaia ha poi esteso l’invito al professor Massimo Galli, dell’ospedale Sacco di Milano, altro relatore della tavola rotonda, a partecipare ai test clinici, avviando dove possibile una “sperimentazione a tre”.

“L’obiettivo ora non è solo la raccolta dati dei testi clinici sullo Sputnik V nei prossimi sei mesi ma, in alcuni casi, nei prossimi anni. Ad ogni modo c’è ancora molto da fare nel campo della ricerca quando si parla di vaccini contro il Covid”, ha detto Daria Egorova, ricercatrice del centro Gamaleya.

“Dobbiamo esplorare la possibilità di una combinazione dei vaccini, condurre studi su certe categorie di persone, tenere d’occhio l’evoluzione del virus stesso poiché alcune varianti destano preoccupazione e monitorare che i vaccini restino efficaci”, ha precisato.

Intanto il Fondo russo per gli investimenti diretti (RDIF) ha chiesto la partecipazione del vaccino contro il coronavirus Sputnik V al meccanismo internazionale di condivisione dei vaccini COVAX. “È stata presentata una domanda di partecipazione dello Sputnik V al programma COVAX”, ha precisato il direttore del fondo Vladimir Primak.

L’OMS attribuisce grande importanza al meccanismo COVAX, che coinvolge 190 Paesi. Secondo i termini del programma, i Paesi con alti livelli di reddito pagano i vaccini, sovvenzionando così gli stati finanziati. Secondo le stime attuali, due miliardi di dosi di vaccino devono essere prodotte e distribuite uniformemente in tutto il mondo”, ha spiegato.

L’Italia intanto sembra pronta ad avere un ruolo chiave nella produzione dei vaccini, compreso lo Sputnik “Auspico che l’Ema lo autorizzi quanto prima. Vediamo con interesse l’approccio della Russia per la sua produzione in Italia: da parte nostra c’è la massima apertura alla collaborazione con il governo russo e con il Fondo per gli Investimenti Diretti”, ha confermato Marcello Cattani, coordinatore del gruppo prevenzione di Farmindustria nel corso della tavola rotonda italo-russa dedicata allo Sputnik V.