ROMA. – Mercati energetici più competitivi, meno ostacoli alla fibra, rimozione delle lungaggini all’apertura di nuovi negozi e, ancora, riforma degli appalti pubblici e revisione di alcune concessioni pubbliche.
La ricetta dell’Antitrust per un’Italia più competitiva, anche alla luce delle conseguenze della pandemia e dei fondi che arriveranno con il Recovery, è fatta degli ingredienti più disparati, che spaziano tra tutti i principali settori dell’economia del paese.
Ed è stata messa nero su bianco dallo stesso presidente dell’Autorità, Roberto Rustichelli, in una segnalazione inviata al premier Mario Draghi in vista della revisione della Legge annuale sulla concorrenza.
La premessa dell’autorità è che che la concorrenza può offrire un “contributo prezioso anche nelle fasi di crisi economica” e può dunque aiutare la ripresa. Nel disegnare le misure di politica economica a sostegno delle categorie più colpite dalla pandemia si dovranno tenere in considerazione gli effetti sulla concorrenza.
In periodo di dad e di smart working è inevitabile che uno dei temi più in evidenza sia quello delle reti digitali che rappresentano l’infrastruttura portante dell’economia contemporanea. Il loro sviluppo dovrà essere una priorità anche nel Next Generation EU.
Per questo l’Antitrust sottolinea “l’esigenza di una politica pubblica orientata alla realizzazione di una concorrenza infrastrutturale più estesa possibile e la necessità di rimuovere le barriere amministrative e le inefficienze burocratiche che, soprattutto a livello locale, ostacolano la posa delle nuove reti in fibra, anche attraverso l’adozione di poteri sostitutivi”.
Il Governo debe poi ricorrere a politiche pubbliche di sostegno per chiudere il gap infrastrutturale ma nelle aree nere, quelle in cui non sono presenti fallimenti di mercato, deve prima di tutto “preservare e tutelare la concorrenza infrastrutturale e la pluralità delle reti e delle tecnologie disponibili”.
Insomma un’indicazione che sembra bocciare l’idea di Rete Unica visto che, si legge, “la concorrenza infrastrutturale è il principale motore per lo sviluppo delle reti: una maggiore pressione concorrenziale induce gli operatori a migliorare la qualità e velocità del servizio, mantenendo altresì prezzi bassi”.
Ma al pari di quella digitale altrettanto prioritaria è la rete energetica. La sua elevata congestione può determinare “un elevato potere di mercato di alcune unità produttive e un costo per gli utenti stimato in 1,3 miliardi di euro all’anno” avverte l’Autorità che chiede anche di completare la piena liberalizzazione per garantire ai consumatori un mercato dell’energia elettrica pienamente competitivo.
C’è poi il tema dei negozi: secondo l’Antitrust si devono rimuovere gli ostacoli all’apertura di nuovi esercizi commerciali. Ma non solo: via anche i vincoli su orari di apertura e chiusure settimanali, vendite promozionali e quelle di fine stagione, chiede Rustichelli.
Che spiega come una maggiore concorrenza nel commercio al dettaglio “può contribuiré in misura considerevole alla crescita economica nel lungo periodo: si tratta del principale settore economico non finanziario” e presenta significative interdipendenze con altri settori, quali vendita all’ingrosso e produzione, trasporti e logistica e altri servizi alle imprese.
Altro tassello essenziale per far ripartire il paese sarà poi la riforma degli appalti pubblici che, afferma l’Antitrust, “deve essere considerata tra gli obiettivi strategici ai fini del rilancio dell’economia e dell’attivazione degli investimenti”.
Poi uno sguardo alle concessioni. Rustichelli suggerisce al governo di innalzare la quota prevista per i titolari di concessioni autostradali da esternalizzare tramite procedure ad evidenza pubblica, portandole dall’attuale 60% all’80%, overo la percentuale stabilita per la generalità degli altri concessionari. Infine il problema della concessioni demaniali marittime.
L’Autorità propone tra l’altro l’abrogazione delle norme che ne prorogano indebitamente la durata e l’adozione in tempi brevi di una nuova normativa per l’immediata selezione dei concessionari in base a principi di concorrenza, imparzialità, trasparenza e mpubblicità.