In India risalgono i contagi, nuova allerta

Indiani fanno la fila per vaccinarsi in un centro di Mombai
Un Centro di vaccinazione in India (ANSA) epa09048556 Indian health officials check the documents of the beneficiaries as they wear mask as they wait to receive COVID-19 vaccine shots during the vaccination drive at C.V Raman Hospital in Bangalore, India, 03 March 2021. Phase two of the COVID-19 vaccination is underway in India for people aged 60 years and above. EPA/JAGADEESH NV

NEW DELHI. – Scatta un nuovo allarme Covid in India, con nuovi record di contagi. Solo nelle ultime 24 ore il Paese ha registrato 47 mila casi, il numero più alto in un giorno dall’inizio dell’anno.

E solo la settimana scorsa ci sono stati 240 mila nuovi positivi, uno dei risultati peggiori dall’inizio della pandemia. I dati del ministero della Salute indiano riaccendono l’emergenza nel Paese che, con 11 milioni di positivi e 160 mila decessi, si era illuso solo qualche settimana fa di essere salvo e di poter contare, addirittura, sulla raggiunta immunità di gregge.

La risalita recente preoccupa, per l’intensità, e per la concentrazione di focolai: come nello stato del Gujarat, che in soli sette giorni ha visto un aumento dell’82%, o in Maharasthra. Nella capitale, Mumbai la vita è tornata spensierata, con feste, eventi, affollate domeniche sul lungomare, treni della metropolitana più gremiti che mai, ma oggi è in questo stato che si accentra il 60% dei nuovi positivi. E l’amministrazione è costretta a riaprire centri per la quarantena chiusi dallo scorso autunno.

Il governo centrale ha richiamato gli stati affinché prendano provvedimenti urgenti, ma è un richiamo inascoltato. Il Karnataka ha fatto sapere che, pur vietando ogni evento pubblico, non prevede nessuna forma di lockdown, e tantomeno il coprifuoco.

Nessuno ha fermato le immersioni collettive di milioni di persone del pellegrinaggio Mahakumb, ad Haridwar, lungo il Gange, a nord di Delhi; la campagna per le elezioni in quattro  stati è effervescente, con moltissimi partecipanti privi di mascherina; la protesta dei contadini contro il governo prosegue alle porte di Delhi da fine novembre, con decine di migliaia di manifestanti costantemente vicini gli uni agli altri.

E ancora: il turismo interno ha ripreso di slancio, con i voli nazionali e gli alberghi sold-out per il prossimo fine settimana, quando l’India festeggerà ‘Holi’, la festa dei colori.

Per paradosso, nel Paese capitale globale della produzione di vaccini, e che nelle ultime ore ha registrato anche il contratto per produrre lo Sputnik V, affidato alla Virchow Biotech Private, gli indiani non hanno aderito alla campagna nazionale per la vaccinazione. Che prosegue a rilento, non per l’indisponibilità delle dosi, ma per la diffidenza: i 44 milioni di indiani vaccinati non sono nemmeno il 4% della popolazione totale del paese.

Diffidenza e aspettative errate: “La gente si è illusa che l’arrivo dei vaccini coincidesse con la fine della pandemia”, dice K Srinath Reddy, responsabile della Fondazione per la salute pubblica dell’India. “Ci siamo crogiolati nell’ottimismo”.

(di Rita Cenni/ANSA)