Nel mondo 2,7 milioni di morti, Angela Merkel proroga il lockdown

La Cancelliera tedesca, Angela Merkel.
La Cancelliera tedesca, Angela Merkel. EPA/FILIP SINGER / POOL

ROMA. – Anche la Germania si arrende all’evidenza che la pandemia è ancora troppo aggressiva per allentare la stretta: Angela Merkel, dopo un incontro con i Lander, azionerà il “freno d’emergenza” con l’ulteriore proroga del lockdown, in linea con le decisioni adottate da altri governi europei. L’impennata dei contagi condizionerà anche i lavori dei leader Ue, costretti a rinunciare ad un vertice in presenza a Bruxelles. Il 25 e 26 marzo, per fare il punto sulla campagna vaccinale, discuteranno in videoconferenza.

Il Covid finora ha provocato 123 milioni di contagi e 2,7 milioni di morti in tutto il mondo. Dati certamente impressionanti, ma che chiarificano solo in parte l’emergenza in corso. L’Europa, soprattutto, è preoccupata dalla recrudescenza del virus dopo un breve periodo di tregua, a causa delle nuove varianti. In una fase in cui i vaccinati sono ancora troppo pochi.

Dopo l’Italia e la Francia, anche la Germania si prepara a mettere nel cassetto la riapertura auspicata da una cittadinanza sempre più frustrata. Così l’agenda dell’incontro di domani tra la cancelliera Angela Merkel e i 16 Stati federali è stato stravolto. E sul tavolo ci sarà un ulteriore giro di vite.

Nella bozza del documento si dice a chiare lettere che il lockdown deve essere prolungato almeno fino ad aprile. Tra le altre misure, l’obbligo di due test a settimana per chi non può lavorare da casa e la quarantena per chi rientra dall’estero, fatta salva la raccomandazione di limitare al massimo i viaggi. Sperando di scoraggiare, ad esempio, i tanti tedeschi che hanno già prenotato le vacanze di Pasqua nell’isola spagnola di Maiorca.

Appare anche molto remota la riapertura prevista il 4 aprile della ristorazione all’aperto o delle attività culturali e sportive. L’allarme delle autorità in questa fase è più che motivato: il Paese vive una crescita esponenziale dei contagi, con un tasso di incidenza superiore alla soglia simbolica di 100 nuovi casi (103,9) ogni 100mila abitanti, sufficiente a far scattare i “freni di emergenza”, espressione utilizzata nei giorni scorsi da Merkel.

L’aggressività del Covid condiziona, in negativo, anche i lavori a Bruxelles, perché il presidente del Consiglio Ue Charles Michel ha deciso di trasformare il vertice in presenza dei leader, il 25 e 26 marzo, in un incontro virtuale. Che rischia di essere meno approfondito ed efficace sul fronte delle decisioni, come tutte le riunioni on-line, hanno rilevato funzionari europei. Mentre invece l’Ue dovrebbe essere chiamata ad uno scatto per accelerare la campagna vaccinale, che finora ha raggiunto appena il 12% della popolazione.

La carenza di dosi si conferma il tallone d’Achille per la Commissione, tanto che Ursula von der Leyen è tornata ad evocate un blocco dell’export nel caso in cui AstraZeneca non rispettasse gli accordi di fornitura. Sullo sfondo di una tensione mai sopita con la Gran Bretagna, che anche grazie al vaccino di Oxford sta correndo al ritmo di quasi 900mila somministrazioni al giorno ed ha già coperto metà della popolazione adulta.

Da questa posizione di forza Londra ha reagito con un’apparente scrollata di spalle all’avvertimento di Bruxelles: secondo il ministro della difesa Ben Wallace il blocco dell’export porterebbe a dei contrasti “controproducenti” soprattutto per i cittadini europei.

(di Luca Mirone/ANSA)

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