Bankitalia: resta incertezza, ritiro misure graduale

Sede principale della Banca d'Italia nel Palazzo Koch a Roma. (ANSA)

ROMA.  – La pandemia colpisce ancora la salute e l’economia europea ed italiana e cresce l’orientamento di ritirare con gradualità le misure di sostegno al credito e alle imprese per evitare una serie di fallimenti e per mettere in sicurezza tutte le banche con un’assicurazione comune sui depositi, seppure con una soluzione di compromesso.

A spingere per una riduzione con juicio dei provvedimenti di sostegno è stata, dopo le prese di posizione di Abi e di associazioni di imprese, la Banca d’Italia in audizione alla Commissione finanze della Camera. Per Alessio De Vincenzo – Capo del Servizio Stabilità finanziaria della Banca d’Italia, bene ha fatto il governo a prorogare la moratoria e le altre misure ma bisogna guardare comunque anche al dopo, nel momento della ripresa per evitare che si creino aziende non più sul mercato sostenute artificialmente.

Per questo si potrebbe pensare a una graduale diminuzione delle percentuali di copertura sulle garanzie o concentrare le risorse nei settori più colpiti e le pmi. Tutto questo per  “consentire alle aziende con temporanei problemi finanziari ma con prospettive di ripresa di continuare a operare nel medio periodo e a evitare fallimenti concentrati in un ristretto arco temporale possa avere un impatto depressivo sulla domanda aggregata”.

Al momento infatti c’è troppa incertezza per levare le misure di sostegno alle imprese ma occorre pensare a un meccanismo di autoselezione per evitare che sia lo Stato a dover scegliere. I modi e modalità sono diversi e bisogna ragionarci, spiega il funzionario di Banca d’Italia.

Le aziende infatti stanno accumulando liquidità e i conti correnti bancari ma questo, rispondendo ai periodici inviti della politica e degli osservatori a “canalizare” tali risorse, è anche un segnale positivo, una ‘scorta’ pronta per quando la ripresa si consoliderà. E in Europa sembra muoversi anche un dossier fermo da tempo che mantiene le differenze fra i sistemi bancari del Continente.

Per Luis de Guindos, vicepresidente della Bce, la soluzione “ibrida” sull’assicurazione comune dei depositi bancari a livello europeo, quella attualmente in discussione e che prevede un periodo di transizione in cui si offre un sostegno di liquidità europeo a schemi nazionali, “potrebbe essere un possibile compromesso per fare passi avanti” nel corso di un congresso europeo di alto livello sull’unione bancaria organizzato dalla Commissione europea.

E per il direttore generale dell’Associazione bancaria italiana, Giovanni Sabatini il Meccanismo unico europeo di risoluzione bancaria necessita “urgentemente” di una riforma per la gestione delle crisi delle banche di minori dimensioni in modo di ridurne i tempi e minimizzarne i costi.

E tale reforma potrebbe passare, da una parte, per un regime d’insolvenza “armonizzato e specifico” a tutto beneficio del completamento dell’Unione bancaria e dell’Unione del mercato dei capitali; e dall’altra dall’assegnazione di un “ruolo più attivo” ai meccanismi di garanzia dei depositi nazionali nella prevenzione e gestione delle crisi.

(di Andrea D’Ortenzio/ANSA).