Euro21: Uefa vuole pubblico, niente gare porte chiuse

Tribune vuote nello stadio di Bergamo durante la partita di Coopa Uefa Atalanta- Midtjylland nel dicembre 2020.
Tribune vuote nello stadio di Bergamo durante la partita di Coopa Uefa Atalanta- Midtjylland nel dicembre 2020. ANSA/PAOLO MAGNI

ROMA.  – Gli Europei della ripartenza nell’era del Covid avranno il pubblico a costo di sacrificare le città che non potranno garantirlo. In vista del primo torneo itinerante, rimandato di un anno al prossimo mese di giugno per via della pandemia, l’Uefa ha le idee chiare anticipando che l’obiettivo è  garantire che ad ogni partita di Euro 2021 venga giocata di fronte ai tifosi.

Questo significa che l’organo che governa il calcio europeo è pronto a tagliare e cambiare le sedi se una città ospitante insiste nella volontà di far disputare le partite a porte chiuse.

“Se una città propone uno scenario senza tifosi” le partite che si terranno lì “potrebbero” essere spostate “in città in grado di accogliere i tifosi”, ha annunciato l’Uefa dopo che il presidente della federazione, Aleksander Ceferin, aveva assicurato al quotidiano croato Sportske Novosti che l’evento dall’11 giugno all’11 luglio non sarà “organizzato davanti a tribune vuote”.

Le città ospitanti hanno tempo fino al 7 aprile per far sapere alla Uefa quali sono i loro scenari in termini di partecipazione prima di una riunione del comitato esecutivo il 19 aprile, alla vigilia del congresso annuale della federazione a Montreux.

Il formato multi-sede, sebbene complesso, offre agli organizzatori la flessibilità per affrontare le questioni derivanti dalla pandemia. “Se non possiamo più fare nulla in un paese, ce ne sono ancora 11 in cui sono già in corso i preparativi”, ha detto il consigliere per la salute della Uefa Daniel Koch all’inizio del mese.

Intanto in Europa, dove a tener banco è il destino del vaccino inglese AstraZeneca la cui somministrazione è stata sospesa in diversi paesi come Italia, Francia e Germania con relative ripercussioni sui programmi vaccinali, il calcio si muove in ordine sparso.

Se in Inghilterra, paese più avanti con l’immunizzazione, il liberi tutti e quindi la riapertura degli stadi è già prevista per maggio-giugno e in Spagna è possibile che si riveda il 20-25% degli spettatori sugli spalti già a inizio aprile in occasione della finale della Coppa del Re 2020, in altri paesi si naviga a vista e l’apertura al pubblico appare ancora lontana.

E a proposito di calcio col pubblico, un primo assaggio lo si avrà proprio domani in occasione del ritorno di Europa League a Kiev tra lo Shakhtar Donetsk e la Roma. Lo stadio Olimpico ucraino sarà aperto a circa 15 mila spettatori (tra cui una cinquantina di tifosi giallorossi)  nonostante la contrarietà del sindaco Vitali Klitschko che, con una dichiarazione forte, ha chiesto l’intervento del governo per scongiurare eventuali nuovi contagi da Covid.

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